Diverse tipologie di plastica, diversi usi, diversa differenziazione

Le materie plastiche sono davvero numerose e varie per composizione e caratteristiche.

Possiamo dire che nascono da catene di polimeri, che possono essere puri o miscelati con additivi per ottenere le funzionalità necessarie.

Una prima classificazione suddivide le materie plastiche in:

  • Termoplastiche: riscaldate diventano malleabili e possono essere modellate e quindi tornare rigide con il raffreddamento. Tale processo può essere ripetuto più volte.
    A questo gruppo appartengono la maggior parte delle plastiche.

 

  • Termoindurenti: anche in questo caso, se riscaldate possono essere modellate della forma desiderata, ma una volta indurite, se riscaldate nuovamente non tornano più malleabili, ma si carbonizzano.
    A questo gruppo appartengono principalmente le resine.

 

  • Elastomeri: presentano elevata deformabilità ed elasticità.  

In questa sede vogliamo approfondire un tipo di classificazione che è particolarmente utile a noi consumatori, per l’attività di differenziazione e riciclo.

Il sistema americano detto SPI (Society of the Plastics Industry), infatti, classifica i polimeri plastici in base alla loro riciclabilità, ed è presente su tutti i prodotti in plastica, con il simbolo di un triangolo e al suo interno un numero corrispondente al tipo di materia plastica.

Questa classificazione arriva fino al numero 7: i primi sei numeri identificano materie plastiche riciclabili, mentre il numero 7 è apposto su materiali non differenziabili.

Vediamo nello specifico questi 7 numeri e a quali plastiche fanno riferimento.

  • 1: PET

Di questa tipologie di plastica fanno parte la quasi totalità di bottiglie di acque e bibite.

È un materiale facilmente riciclabile, con numerosi cicli di riciclo, visto che mantiene intatte le sue caratteristiche a lungo.

 

  • 2: HDPE

Polietilene ad alta densità. 

È un tipo di plastica dura e resistente che viene usata per diversi scopi, tra cui: cavi e tubi, bottiglie per il latte, flaconi di detersivo, tappi delle bottiglie, mobilio di plastica.

È facilmente riciclabile.

 

  • 3: PVC

Polivinilcloruro. 

È il polimero con cui sono fatti i dischi in vinile, e molti altri materiali, come: tubi per l’edilizia, cavi elettrici, pavimenti vinilici, coperture per capannoni e camion.

 

  • 4: LDPE

Polietilene a bassa densità.

È un materiale leggero e flessibile ed è impiegato per produrre sacchetti di plastica e pellicole per gli imballaggi.

 

  • 5: PP

Polipropilene. 

Scoperto dall’italiano Giulio Natta, è usato per produrre molti oggetti di uso comune, dai barattoli ai giocattoli per i bambini. 

 

  • 6: PS

Polistirene, o comunemente più conosciuto come Polistirolo.

Molto usato negli imballaggi e come isolante acustico.

Le altre plastiche, che rimangono fuori da questa classificazione, sono polimeri che non appartengono alle categorie sopra citate, o che nascono dalla combinazione delle precedenti.

Speriamo di avervi aiutato nel riconoscere il tipo di plastica di cui è composto ciò che usiamo tutti i giorni.

Ricordiamo sempre che, in Italia, è possibile conferire nella raccolta differenziata solo la plastica da imballaggio, per le altre tipologie è opportuno contattare il proprio Comune per ricevere le istruzioni su come smaltirle al meglio.


La plastica: tipologie, opportunità e curiosità

A metà del 1800 è comparsa per la prima volta la plastica: un materiale rivoluzionario per l’epoca, pratico e capace di resistere a lungo. Oggi è entrata nella nostra quotidianità, ma molti di noi non sanno che grazie alla plastica possiamo:

  • Avere accesso all’acqua pulita;
  • Conservare correttamente bevande e alimenti;
  • Ottenere energie rinnovabili.

La plastica ha un ciclo di vita lunghissimo e ha reso le nostre vite più sicure e facili. Questo materiale deriva da sostanze chimiche ottenute nello specifico da gas e petrolio; ne esistono poi delle variazioni più bio, che nascono dal mais e dal cotone.

Oggi le nazioni di tutto il mondo hanno a cuore il benessere climatico e richiedono alle aziende produttrici di investire nei reparti di ricerca e sviluppo. L’obiettivo? Realizzare delle nuove versioni di plastica derivate da: oli riciclati, plastiche secondarie, biomasse e CO2.

Per capire questo materiale dobbiamo individuare due macro categorie importantissime: Termoplastiche e Termoindurenti. Vediamole insieme:

Le termoplastiche

In questo gruppo troviamo tutte quelle plastiche “modellabili”, cioè in grado di fondersi ad alte temperature e indurire se raffreddate. Dei materiali reversibili che subiscono dei continui sbalzi termici. Nel dettaglio:

  • Polietilene (PE)
  • Polipropilene (PP)
  • Cloruro di polivinile (PVC)
  • Polietilene tereftalato (PET)
  • Polistirolo (PS)
  • Polistirene espanso (EPS)
  • ABS
  • SAN
  • Poliammidi (PA)
  • Policarbonato (PC)
  • Polimetilmetacrilato (PMMA)
  • Elastomeri termoplastici (TPE)
  • Poliarilsulfone (PSU)
  • Fluoropolimeri
  • PEEK
  • POM
  • PBT
  • EVOH
  • Etc.

I termoindurenti

Qui la plastica dopo essere stata sottoposta ad alte temperature subisce una trasformazione chimica che dà forma ad una rete tridimensionale. Questo processo evolutivo del materiale lo rende immutabile.

  • Poliuretano (PUR)
  • Poliesteri insaturi
  • Resine epossidiche 9 Resine melaminiche
  • Vinilici esteri
  • Silicone
  • Fenolo- resina formaldeide
  • Urea – resina formaldeide
  • Resine fenoliche
  • Resine acriliche
  • Etc.

Quali sono i benefici della plastica

Nel corso dell’ultimo secolo, la plastica ha offerto soluzioni innovative ai bisogni e alle sfide in continua evoluzione della società. Versatili, durevoli e incredibilmente adattabili, le materie plastiche sono una famiglia di materiali notevoli con scienza e innovazione nel loro DNA.

Per questi motivi risulta sempre più importante oggi riciclare la plastica per continuare ad utilizzare questo materiale in modo sostenibile per l’ambiente.

Chi sono i key players del settore?

  • I produttori delle materie plastiche;
  • I trasformatori;
  • I riciclatori;
  • I produttori di macchinari per la lavorazione del materiale.

La plastica dà lavoro a oltre 1.5 milioni di persone e contribuisce di 2.4% nel PIL. Le aziende del settore sono 55.000 circa e generano un flusso di denaro pari a 350 miliardi di euro. Tutte le realtà che lavorano la plastica hanno come obiettivo comune quello di recuperarla, perchè risorsa preziosa.

Oggi a livello mondiale le iniziative a favore del recupero della plastica e ad un suo uso "creativo" sono molte. Ad esempio:

+ ricicli + viaggi

Coripet in collaborazione con il comune di Roma ha ideato il progetto “+ RICICLI + VIAGGI” che prevede l’installazione di eco-compattatori nelle metro della Capitale con l’obiettivo di raccogliere e riciclare bottiglie PET. Per ogni bottiglia in plastica PET raccolta e riciclata è previsto in cambio un ecobonus per l'acquisto di un titolo di viaggio ATAC. L’iniziativa ha trovato il consenso entusiasta dei cittadini: infatti solo nei primi 8 mesi di progetto sono state riciclate 2,8 milioni di bottiglie PET.


Plastica come forma di pagamento

Nella metropolitana di Pechino sono state installate delle macchinette che permettono ai viaggiatori di usare le bottiglie vuote di plastica come forma di pagamento. Una soluzione che incentiva il riciclo e protegge l’ambiente.


Proteggere l’acqua dalle radiazioni solari

Nel 2007 a Los Angeles nella riserva idrica di Ivanhoe Reservoir sono state installate 400 mila sfere di plastica (10 cm di diametro) al fine di proteggere l’acqua dalle radiazioni solari. Le palline riflettono la luce del sole e impediscono la reazione di due particelle, il bromuro e il cloro.

+ ricicli + viaggi

Coripet in collaborazione con il comune di Roma ha ideato il progetto “+ RICICLI + VIAGGI” che prevede l’installazione di eco-compattatori nelle metro della Capitale con l’obiettivo di raccogliere e riciclare bottiglie PET. Per ogni bottiglia in plastica PET raccolta e riciclata è previsto in cambio un ecobonus per l'acquisto di un titolo di viaggio ATAC. L’iniziativa ha trovato il consenso entusiasta dei cittadini: infatti solo nei primi 8 mesi di progetto sono state riciclate 2,8 milioni di bottiglie PET.


Plastica come forma di pagamento

Nella metropolitana di Pechino sono state installate delle macchinette che permettono ai viaggiatori di usare le bottiglie vuote di plastica come forma di pagamento. Una soluzione che incentiva il riciclo e protegge l’ambiente.


Proteggere l’acqua dalle radiazioni solari

Nel 2007 a Los Angeles nella riserva idrica di Ivanhoe Reservoir sono state installate 400 mila sfere di plastica (10 cm di diametro) al fine di proteggere l’acqua dalle radiazioni solari. Le palline riflettono la luce del sole e impediscono la reazione di due particelle, il bromuro e il cloro.