Molto spesso accade che le nostre idee e le nostre convinzioni siano costruite sull’opinione comune, a sua volta condizionata dalle informazioni e dalla comunicazione a cui giornalmente siamo sottoposti.

È normale sia così, noi cittadini affidiamo la nostra conoscenza a organi di informazione che riteniamo validi e preparati e dai quali ci aspettiamo notizie corrette e verificate.

Accade però che, senza contare le fonti non autorevoli e le vere e proprie fake news che circolano, molte notizie siano riprese e diffuse più per scopi sensazionalistici, senza aver approfondito le fonti e la correttezza dei dati esposti.

Abbiamo affrontato in parte questo argomento nel nostro articolo La plastica e i suoi falsi mitidove abbiamo visto come molte delle opinioni sulla plastica siano errate e fondate su credenze non supportate dai fatti.

Questo non è solo un facile errore in cui possono cadere i consumatori, ma anche le aziende ne sono altrettanto vittime.

Siamo spettatori, negli ultimi anni, di scelte da parte di alcune compagnie di utilizzare materiali diversi dalla plastica per il loro packaging, promosse e comunicate come scelte ‘green’, ma siamo sicuri che siano veramente più sostenibili per l’ambiente?

Non sempre quello che pensiamo possa essere la risposta più naturale, è anche quella giusta.

Come possiamo quindi essere sicuri dell’efficacia di queste scelte?

Come sappiamo se i materiali pensati per sostituire la plastica siano davvero meno impattanti sul pianeta?

Come possiamo quindi essere sicuri dell’efficacia di queste scelte?

Come sappiamo se i materiali pensati per sostituire la plastica siano davvero meno impattanti sul pianeta?

La risposta è: affidarsi ai dati, e in questo senso ci viene in aiuto l’“Analisi del ciclo di vita” (LCA, in inglese LifeCycle Assessment).

Uno strumento che valuta l’effettiva eco sostenibilità di un prodotto, considerando tutte le diverse fasi di produzione: dalle materie prime necessarie, all’energia utilizzata, agli scarti, ai trasporti, allo smaltimento, eccetera. In modo da avere un quadro completo del suo impatto ambientale.

L’analisi del ciclo di vita è oggi un metodo standardizzato da norme ISO a livello internazionale, in modo da avere globalmente dei parametri di valutazione condivisi, e che possano guidarci al meglio nella scelta di beni e servizi in base alla loro sostenibilità.

Non sempre quello che pensiamo possa essere la risposta più naturale, è anche quella giusta.

Le fasi affrontate dall’analisi del ciclo di vita sono quattro:

  • definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione
  • analisi di inventario
  • valutazione dell’impatto 
  • interpretazione

Per chi desidera approfondire, le fasi sono illustrate qui.

Se guardiamo l’utilità dell’analisi del ciclo di vita, vi sorprenderà scoprire che molte volte i suoi risultati sono opposti a quelle che sono le credenze più diffuse nell’opinione pubblica.

È emblematico un caso, esposto nel libro “Il paradosso della plastica”, scritto dallo scienziato Chris DeArmitt, che, trovandosi di fronte a una forte campagna denigratoria rispetto alle borse di plastica, ha deciso di approfondire la questione, e ha cercato le LCA disponibili fatte su questo prodotto.

Ha raccolto tutte le LCA realizzate, 7 studi indipendenti e realizzati in sette paesi differenti, e ha visto come ognuna di queste, affermasse che l’opzione più “green”, rimaneva la borsa di plastica. 

Sia la borsa standard di polietilene, sia la borsa di polipropilene, riutilizzabile.

Questo perché le borse di carta, compresa la carta riciclata, hanno un impiego di acqua ed energia molto elevato in fase di produzione, nonché di sostanze chimiche.

Anche le borse in cotone hanno gli stessi problemi delle borse in carta.

Inoltre, essendo entrambe più pesanti delle borse di plastica, generano maggiori emissioni di CO2 durante il trasporto e una maggiore quantità di rifiuti quando devono essere smaltite.

Ecco che quella che ci è stata proposta come una scelta ‘green’, nella realtà dei fatti, non lo è.

Ci stupisce vero?

Eppure i dati ci dicono questo.

Ragionare e prendere le nostre decisioni in base ai fatti è importante, perché ci aiuta a compiere davvero le azioni utili per il nostro pianeta.