Intervista a Dario Dainelli: Innovazione, Sicurezza e Sostenibilità nella Plastica per Alimenti
Intervista a Dario Dainelli: Innovazione, Sicurezza e Sostenibilità nella Plastica per Alimenti
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Dario Dainelli, esperto di fama internazionale nel campo dei materiali plastici, della sostenibilità e delle normative sui materiali a contatto con gli alimenti.
Dario Dainelli è uno dei fondatori di Policy Regulatory, società nata nel 2018 per aiutare le industrie a capire le complesse normative e ad adeguarsi ai cambiamenti delle leggi. Con la sua grande esperienza nella gestione di progetti innovativi e nella creazione di politiche e processi normativi, Dario Dainelli è un punto di riferimento per l’industria europea della plastica e fa da ponte con le istituzioni dell’Unione Europea.
In questa intervista, vogliamo scoprire il suo punto di vista sulle sfide e le opportunità legate all’uso della plastica nel settore alimentare, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’economia circolare.
Domande
1. Dario, la sua carriera l'ha portata a specializzarsi nel campo dei materiali polimerici e delle loro applicazioni nel settore alimentare. Quali sono state le tappe principali di questo percorso e quali sfide ha dovuto affrontare?
Ho iniziato a interessarmi ai materiali polimerici durante la tesi di Laurea in Chimica Industriale, che ho svolto con la guida del compianto prof. Emo Chiellini, dell’Università di Pisa. Dopo la laurea ho trascorso alcuni brevi ma formativi anni al Centro di ricerca ex-Istituto Donegani a Novara, e con M&G Polymers nel Lazio. Ma la vera scuola è stata quella di WR Grace, alla quale sono approdato nella prima metà degli anni 90, successivamente fusa nel gruppo Sealed Air. A questa azienda devo gran parte delle mie conoscenze tecniche, regolatorie e una approfondita esperienza manageriale. Ho lasciato Sealed Air nel 2017, mantenendo un rapporto di amicizia con molti ex-colleghi, e ho fondato Policy Regulatory, che in questi anni ha accresciuto notevolmente la sua visibilità e la sua presenza sul mercato globale. Adesso siamo all’inizio di una nuova avventura, Global Product Safety Net (GPSNet) una venture di cui sentirete presto parlare.
Ci sono state moltissime sfide in questi anni, sia professionali che personali. Rimanere aggiornati in un mondo che cambia con sempre maggiore rapidità richiede apertura mentale, sospensione del giudizio, comprensione e curiosità verso le nuove tecnologie. Recentemente ho sfogliato un vecchio libro sulle tecnologie di riciclo della plastica, risalente a circa 20 anni fa, e mi ha fatto l’impressione di un manuale del medioevo, talmente grandi sono stati i cambiamenti in questo settore! La mia più grande fortuna è che mi interessa tutto, sono attratto dalla scienza, dalla letteratura, dall’arte, dalla tecnologia. Insomma, per citare Terenzio “sono un essere umano, niente di ciò che è umano ritengo a me estraneo”.
2. L'uso delle materie plastiche nel food packaging è oggetto di crescente attenzione da parte dell'opinione pubblica e dei legislatori. La plastica a contatto con i nostri alimenti è davvero sicura?
La plastica a contatto con gli alimenti presenta gli stessi rischi di moltissimi altri oggetti e comportamenti legati alle attività umane. Gli alimenti di cui ci nutriamo, l’ambiente in cui viviamo, i nostri comportamenti quotidiani (guidare, praticare sport, usare un mezzo di trasporto ecc) ci espongono a rischi semplicemente perché il “rischio zero” non esiste. I materiali a contatto con alimenti, e in particolare la plastica, sono molto studiati e sottoposti a norme e legislazioni, e certamente presentano un rischio molto minore rispetto a molte delle attività citate. Esistono diversi tipi di rischio: c’è il rischio reale, come può essere quello di un agente patogeno nel cibo, c’è un rischio regolatorio, che consiste nelle conseguenze di non rispettare le norme dettate dalla legge, e c’è un rischio percepito, ovvero ciò che una certa parte della popolazione percepisce come dannoso, indipendentemente dal fatto che lo sia veramente. Ad esempio, prendere un aereo è certamente molto meno rischioso che guidare in una autostrada affollata. Lo dimostra chiaramente il numero di incidenti fatali causati dalla guida. La percezione del rischio può essere costruita attraverso metodi di comunicazione, e la percezione che i consumatori hanno dei materiali plastici per gli alimenti appartiene soprattutto ai rischi percepiti. Questo non significa che non sia necessario fare ricerca e intercettare quelli che potrebbero rivelarsi materiali potenzialmente rischiosi, ma l’enfasi che si pone spesso sulla plastica per uso alimentare è sproporzionata rispetto ai rischi reali.
Esiste indubbiamente un problema ambientale, poiché la plastica non si degrada nell’ambiente, a parte alcuni tipi di materiali compostabili- che comunque richiedono condizioni particolari per degradarsi- rappresenta un serio problema ambientale se non ci sono adeguati sistemi di gestione della fase di smaltimento. Fortunatamente gli schemi EPR (Extended Producer Responsibility), che si occupano di organizzare e finanziare i sistemi di raccolta e smaltimento degli imballaggi di plastica, sono ormai diffusi in moltissimi paesi specialmente economicamente sviluppati, ma anche in maniera crescente nei paesi in via di sviluppo. Il Regolamento Packaging and Packaging Waste rappresenta una pietra miliare nella progettazione degli imballaggi di plastica e nella gestione della fase di fine vita, poiché mira a ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, promuovendo il riuso, il riciclo e la circolarità dei materiali.
3. Quale ruolo possono svolgere l'innovazione e la ricerca sui materiali per conciliare le esigenze di sicurezza, performance e sostenibilità ambientale?
Senza nulla togliere né agli imballaggi alternativi alla plastica, che in alcuni casi rappresentano una soluzione tecnicamente ed economicamente vantaggiosa, né ai materiali compostabili o ai sistemi di riuso degli imballaggi, io sono un fautore del riciclo. La tecnologia del riciclo meccanico del PET è ormai una realtà consolidata da anni, sia nel campo delle bottiglie che in quello dei vassoi. Il riciclo del polistirolo per contatto con alimenti è una tecnologia più giovane, ma ugualmente sviluppata, mentre la nuova frontiera è rappresentata dal riciclo meccanico di HDPE e polipropilene, sempre nel settore contatto con alimenti. Il regolamento EU 2022/1616 fornisce una metodologia regolatoria, (a volte eccessivamente complessa, ma efficace) per l’adozione di nuove tecnologie di riciclo che porteranno nel giro di alcuni anni a considerare il riciclo di poliolefine come una tecnologia consolidata.
Tuttavia, sebbene sia necessario adottare norme di Design for Recycling diffuse ed armonizzate, in modo da diffondere il riciclo il più possibile, è necessario tenere in conto che certi tipi di imballaggi in plastica, per esempio i film barriera, sono sì di difficile riciclo, ma esercitano una funzione fondamentale e insostituibile nella conservazione di prodotti alimentari come carni fresche, carni processate, formaggi, pasta fresca ecc., prolungandone la vita commerciale ed evitando sensibilmente la piaga degli sprechi alimentari. È quindi necessario lavorare per lo sviluppo di nuovi imballaggi riciclabili, compostabili e riusabili, ma è anche necessario che vengano mantenute sul mercato i materiali che presentano questa proprietà, e che il legislatore consideri adeguatamente l’impatto complessivo che può derivare dalla perdita delle stesse.
4. L'Unione Europea sta promuovendo attivamente modelli di economia circolare, con importanti ricadute sul settore delle materie plastiche. Come si sta muovendo l'industria per adeguarsi a queste nuove sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso una maggiore circolarità?
L’industria ha fatto passi da gigante, e li ha fatti non solo perché “ce lo dice l’Europa”, ma perché ha sviluppato in molti ambiti la capacità di coniugare lo sviluppo tecnologico ed economico intercettando la crescente sensibilità ambientale dei consumatori, e il riciclo ne è un esempio virtuoso. Poi, certamente, le politiche ambientali hanno un impatto di accelerazione di certi processi, ma a mio avviso sarebbe più opportuno che le ambizioni legislative fossero maggiormente connesse alla realtà industriale, soprattutto tenendo conto dei tempi tecnici necessari per sviluppare determinati processi e prodotti. Sarebbe anche opportuno che il legislatore, per sua natura politica spesso guidato dai rischi percepiti, ponesse maggiore attenzione alla creazione di un ambiente in cui i legittimi obbiettivi di sicurezza e sostenibilità fossero più strettamente coniugati allo sviluppo economico. L’industria ha dimostrato grandi capacità di anticipazione e di adattamento, ma ha bisogno di un quadro legislativo semplificato e maggiormente guidato da principi scientificamente solidi.
5. Guardando al futuro, quali sono le innovazioni più promettenti nel campo dei materiali polimerici per il settore alimentare? Quali sfide e opportunità intravede per un'industria più sostenibile e circolare?
Come dicevo prima, il riciclo meccanico delle poliolefine è “the next big thing”. Molte aspettative ci sono anche sul riciclo chimico, anche se per il momento questa tecnologia è ancora penalizzata da costi alti. Nel campo dei nuovi materiali si lavora allo sviluppo di materiali, sia plastici che inchiostri, adesivi e rivestimenti, più facilmente riciclabili o compostabili, che siano capaci di mantenere le proprietà fondamentali dei materiali correnti, come barriera ai gas, saldabilità, stampabilità. È un processo non sempre lineare, ma che sono certo porterà risultati eccellenti nei prossimi anni.
Conclusione
Ringraziamo Dario Dainelli per averci offerto la sua preziosa prospettiva sulle sfide e le opportunità legate all’uso delle materie plastiche nel settore alimentare. Le sue parole ci ricordano che l’innovazione, la sostenibilità e la sicurezza sono obiettivi interconnessi, che richiedono un impegno costante da parte di tutti gli attori del settore. Continuiamo a seguire con attenzione gli sviluppi in questo campo, certi che professionisti come Dario Dainelli sapranno indicare la strada verso soluzioni sempre più performanti, sicure e rispettose dell’ambiente.