Raccolta Differenziata della Plastica: falla bene!
La raccolta differenziata della plastica, e dei rifiuti in generale, è il primo passo fondamentale per consentire alla nostra spazzatura di essere inserita all’interno del processo di riciclo. Farla bene è quindi importante, per questo cerchiamo di seguito di darvi più informazioni utili possibili per fare una corretta raccolta differenziata e per rispondere a eventuali dubbi sul conferimento.
Noi italiani siamo dei bravi riciclatori.
L’ultimo Rapporto di Sostenibilità relativo al 2021 pubblicato da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, riporta risultati, in termini di differenziazione dei rifiuti, molto buoni e incoraggianti.
Nel 2021 il 98% della popolazione italiana ha usufruito del servizio di raccolta differenziata, e sono state raccolte 1.475.747 tonnellate di imballaggi in plastica, con un aumento del 3% rispetto al 2020.
In media ogni italiano differenzia 24,9kg di imballaggi di plastica all’anno.
Le differenze regionali sulla propensione alla raccolta differenziata si sono assottigliate di anno in anno, e nel 2021 anche le Regioni che nel 2020 avevano una bassa raccolta pro capite hanno incrementato fortemente i loro risultati.
Questi sono ottimi dati, ma dove allora si può ancora migliorare?
Sempre Corepla indica anche che nella raccolta differenziata sono stati rinvenuti materiali conferiti per errore pari al 9,5% del totale.
Questa frazione di rifiuti non in plastica o in plastica che non è riciclabile, può essere gestita in modo più corretto, con l’aiuto di un’informazione adeguata al consumatore, anche perché va a incidere sull’importo della tassa sui rifiuti, la TARI, che paghiamo annualmente.
Ecco allora alcune semplici indicazioni per rendere facile la raccolta differenziata e per rispondere a quelli che pensiamo possano essere i dubbi più comuni.

1) Solo Plastica da Imballaggi
In Italia, la raccolta differenziata della plastica, riguarda solamente gli imballaggi.
Ovvero tutti quegli oggetti che servono a contenere qualcosa.
Quindi via libera a conferire nel bidone della plastica: confezioni di detersivi, cosmetici, farmaci, vaschette alimentari, pellicola trasparente, sacchetti e scatole che contengono abiti e prodotti di vario tipo, pluriball e imballaggi protettivi.
Non vanno conferiti nella raccolta differenziata gli oggetti in plastica di diverso tipo.
No quindi a giocattoli, utensili da cucina, grucce, decorazioni, piccoli elettrodomestici, etc…
Quando dovete smaltire questo tipo di rifiuti, contattate il vostro Comune, perché potrebbero comunque essere destinati a una seconda vita, portandoli all’isola ecologica.

2) Separare è sempre meglio
Gli imballaggi in plastica sono progettati per essere sempre più performanti in fase di riciclo, quindi facili da smaltire.
Possiamo però ancora trovare confezioni che usano diversi tipi di materiali, come carta e plastica insieme, come ad esempio i brick del latte in tetrapack con tappo in plastica. In questo caso è sempre meglio separare e conferire ogni materiale nel bidone appropriato.
Sembra noioso, ma in realtà è un’operazione solitamente molto veloce e… utile!
Quando dovete smaltire questo tipo di rifiuti, contattate il vostro Comune, perché potrebbero comunque essere destinati a una seconda vita, portandoli all’isola ecologica.

3) Non è necessario lavare gli imballaggi
Non sprechiamo acqua quando non è necessario.
Non serve lavare le confezioni prima di gettarle nella raccolta differenziata.
È sufficiente svuotarle del prodotto residuo. Sarà poi il centro di riciclaggio che provvederà al loro lavaggio.

4) Appiattire per la lunghezza
È consigliato schiacciare gli imballaggi per salvare spazio nei bidoni (anche in quelli casalinghi), ma è meglio appiattirli per il senso della lunghezza.
In questo modo lasciamo più superficie disponibile per il sistema di selezione ottico che utilizzano gli impianti di riciclaggio per separare i diversi tipi di plastica.

4) Chiudere con i tappi
È bene, dopo aver appiattito la bottiglia, richiuderla con il proprio tappo. In questo modo sarà meno facile che vada ‘perso’ durante la raccolta e lo smistamento dei rifiuti.
Ecco, queste sono le poche regole per fare una corretta raccolta differenziata.
Siamo convinti che l’informazione, indicazioni chiare e l’abitudine, aiutino il consumatore a gestire la plastica in modo più consapevole.
Un rifiuto trattato correttamente, ha un impatto ambientale notevolmente ridotto. Se lo facciamo tutti, il beneficio che offriamo al nostro Pianeta diventa davvero importante.
La Bottiglia di Plastica in PET è meglio del Vetro
Le bottiglie di plastica in PET, e ancora meglio quelle realizzate in PET riciclato, sono più sostenibili delle bottiglie in vetro, sia di quelle a perdere che di quelle da restituire su cauzione.
Siamo sicuri che questa affermazione sorprenderà molti di voi lettori.
La contestazione che riceviamo più frequentemente sotto ai nostri post, e che sentiamo ripetere più spesso anche offline, è che la plastica andrebbe sostituita con il vetro.
Questa sembra essere la soluzione più quotata dall’opinione pubblica per contrastare i problemi di inquinamento ambientale e marino generati dallo scorretto conferimento dei rifiuti plastici.
La plastica è innegabilmente uno dei materiali più utilizzati per il packaging e soprattutto per il confezionamento alimentare e del beverage, sappiamo ormai che le sue caratteristiche la rendono perfetta per questo impiego.
È un fatto che, soprattutto nei paesi dove mancano un corretto trattamento dei rifiuti, le infrastrutture per avviare a riciclo la plastica e soprattutto politiche di educazione all’importanza del riciclo, la plastica finisca nelle discariche, o che, peggio, venga abbandonata nell’ambiente e arrivi fino alla acque oceaniche. Andando così a creare e ad alimentare un problema di inquinamento marino e del suolo, giustamente molto sentito.
È diventato quindi urgente trovare una soluzione a questa situazione, ma sostituire le confezioni di plastica con il vetro, è davvero la scelta giusta?
Sembrerebbe in realtà di no.
È diventato quindi urgente trovare una soluzione a questa situazione, ma sostituire le confezioni di plastica con il vetro, è davvero la scelta giusta?
Considerando le diverse fasi del ciclo di vita di entrambi i materiali, studi scientifici come Plastic or glass: a new environmental assessment with a marine litter indicator for the comparison of pasteurized milk bottles (autori: Roberta Stefanini, Giulia Borghesi, Anna Ronzano, Giuseppe Vignali. Anno 2020), mostrano come l’impatto sul pianeta sia notevolmente minore per le bottiglie in PET e in PET riciclato.
Quando parlano di ‘impatto sul pianeta’, questi studiosi considerano diversi aspetti ambientali: il riscaldamento globale, la riduzione dello strato di ozono, l’acidificazione terrestre, la scarsità di risorse fossili, il consumo di acqua e la tossicità cancerogena per l’uomo, e per tutti sembra che le bottiglie in PET e in PET riciclato siano una soluzione più sostenibile del vetro.
Cerchiamo di approfondire meglio come è stata condotta questa analisi e quali sono i risultati che mostra.
Lo studio sopra citato si è concentrato sulla comparazione tra le bottiglie in PET e le bottiglie in vetro utilizzate per contenere 1 litro di latte. L’analisi ha considerato l’intero ciclo di vita del prodotto e del processo di produzione, considerando quindi l’impatto ambientale dall’estrazione della materia prima necessaria, alla fabbricazione, alla distribuzione e utilizzo del prodotto, fino al suo smaltimento finale.
Il vetro risulta più impattante in fase di produzione, poiché richiede alte temperature per la fusione e la lavorazione. Questo forse è il fatto più noto alla maggior parte di noi.
La ricerca però ha considerato anche la possibilità di riciclare o riutilizzare il vetro, e quella di riciclare il PET.
Da qui arriva il dato più interessante e per molti di voi inaspettato: è risultato, infatti, che la sterilizzazione e l’asciugatura a cui devono essere sottoposte le bottiglie di vetro per essere nuovamente utilizzate, sono fasi molto impattanti, senza parlare del suo riciclaggio, che implica la fusione del vetro e la formazione di una nuova bottiglia, con largo consumo di calore ed energia.
È quindi conveniente in termini ambientali riutilizzare le bottiglie di vetro?
Sicuramente è più utile rispetto a riciclarle, ma la ricerca mostra che a confronto, incrementare il riciclo delle bottiglie in PET, porta un beneficio molto maggiore: una bottiglia di vetro dovrebbe essere riutilizzata 20 volte per equiparare i benefici di riciclare il PET (cosa difficile da realizzarsi, visto che il riuso della bottiglia di vetro si esaurisce mediamente dopo 8 cicli).

Ad incidere negativamente sulla sostenibilità della bottiglia in vetro, contribuiscono inoltre il suo peso e la sua fragilità.
Il primo si riflette su trasporti più pesanti e frequenti, con emissioni maggiori di CO2 nell’atmosfera; il secondo sulla necessità di più packaging secondario utilizzato per imballare le bottiglie di vetro.
E per quanto riguarda l’inquinamento ambientale da plastica o da vetro?
Secondo le statistiche la presenza di bottiglie di plastica abbandonate è maggiore rispetto a quelle di vetro, e per quanto riguarda la capacità di degradarsi di questi due materiali, una bottiglia in PET impiega circa 400 anni e una bottiglia di vetro circa 4.000 anni.
Le conclusioni dello studio tengono a sottolineare che l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente o il loro sbagliato conferimento, dipendono da un nostro comportamento, e non dalle caratteristiche del materiale o del prodotto fatto di plastica.
Considerati tutti questi fattori, i risultati della ricerca scientifica presa in esame mostrano come le bottiglie di PET riciclato siano le più sostenibili, seguite dalle bottiglie di PET, al terzo posto dalle bottiglie in vetro riutilizzabili e per ultime dalle bottiglie in vetro a perdere.

Questa conclusione apre le porte a interessanti riflessioni collaterali, su come sia più utile investire nel riciclo della plastica e nei materiali plastici riciclati, piuttosto che pensare a una loro sostituzione con il vetro.
Inoltre, su come rendere consapevoli le persone sull’importanza del riciclo, educarle a gestire la plastica in maniera consapevole, e perfino incentivarle a un corretto conferimento dei rifiuti, siano le soluzioni più efficaci per ridurre l’inquinamento dei nostri mari.
Come diciamo spesso anche noi, con i nostri comportamenti possiamo rendere la plastica una risorsa preziosa.
FONTI DATI
Plastic or glass: a new environmental assessment with a marine litter indicator for the comparison of pasteurized milk bottles. Autori: Roberta Stefanini, Giulia Borghesi, Anna Ronzano, Giuseppe Vignali. Anno 2020
Che cosa si produce con la Plastica Riciclata?
Abbiamo parlato diffusamente della pratica virtuosa del riciclo della plastica.
Sappiamo oramai che noi italiani siamo bravi riciclatori: globalmente ricicliamo il 79% dei rifiuti, risultato che ci pone come primi in Europa e che ci vede superare l’obiettivo dato a livello comunitario e fissato al raggiungimento del riciclo del 70% dei rifiuti entro il 2030.
Siamo consapevoli che il riciclo della plastica comporta numerosi benefici e rende più sostenibile questo importante materiale. È il sistema grazie al quale possiamo rimettere in circolo la plastica a fine vita, altrimenti destinata alle discariche. E che ci permette di salvaguardare risorse naturali e di risparmiare l’energia necessaria per produrre nuovo materiale vergine.
Abbiamo anche visto come l’industria italiana del riciclo sia un comparto importante all’interno della nostra economia, in termini di fatturato e di persone impiegate, e di quanto sia un settore in crescita.
Ma sappiamo come viene utilizzata la plastica riciclata?
Dopo che la plastica viene da noi differenziata, arriva agli impianti di riciclaggio e comincia il suo iter che la porterà a essere trasformata in fiocchi di materia riciclata, come viene impiegata?
In che forma la ritroviamo nel nostro quotidiano, negli oggetti di uso comune?
Iniziamo con il dire che la domanda di plastica riciclata è in aumento, e che più del 18% delle plastiche utilizzate dalle aziende italiane per produrre oggetti è costituito da plastica riciclata.
Tanti sono i settori che impiegano plastica riciclata: da quello edile all’arredamento, dall’oggettistica all’automotive, dall’agricoltura al tessile, e naturalmente dalle aziende di imballaggi che la utilizzano per la produzione di nuovi packaging.
Non tutte le plastiche però vengono riservate alla creazione degli stessi oggetti, infatti la loro destinazione dipende dal tipo di polimero di provenienza.

Ad esempio, il PET riciclato è molto utilizzato per produrre nuove bottiglie da impiegare nell’industria del beverage. Possiamo dire che è uno dei pochi materiali plastici che, anche da riciclato, trova lo stesso uso, seguendo il sistema del bottle-to-bottle.

L’R-PET dà vita anche a fibre tessili utilizzate per la produzione di divise da lavoro ignifughe, abbigliamento tecnico e sportivo e comuni capi di vestiario sostenibili.

L’HDPE, che viene riciclato dalle confezioni dei nostri detersivi e dei saponi, viene utilizzato per realizzare i tubi delle condutture e delle fognature, ma anche per la produzione di oggetti vari e di arredi urbani.

Dal polietilene riciclato nascono soprattutto sacchetti di vari tipi e per diversi scopi.
Mentre gli articoli che troviamo in plastica riciclata e che sono destinati agli animali, alla casa e al giardinaggio, come pattumiere, vasi, cassette, sono principalmente fatti in polipropilene riciclato.
Vediamo insieme qualche applicazione concreta dei materiali plastici riciclati.
La panchina nuova del vostro parco preferito potrebbe essere stata realizzata con 25 Kg di plastiche miste.
La seduta della vostra sedia di design potrebbe essere stata fabbricata con 10 flaconi di plastica (HDPE).
Il cestino del supermercato in cui riponete la spesa potrebbe essere nato da 23 bottiglie di plastica (PET).
La tomaia delle ballerine che indossate potrebbe essere stata prodotta con 40 bottiglie (PET).
La vostra cucina potrebbe essere stata realizzata con 1.000 bottiglie in PET.
Potremmo andare avanti ancora nell’elenco e aggiungere indumenti, utensili, componenti, rivestimenti delle automobili, materiali isolanti, piccole costruzioni…
La cosa che ci auguriamo, ma che è già realtà visto le tendenze delle industrie coinvolte, è che l’offerta di oggetti prodotti con plastica riciclata continuerà ad aumentare negli anni a venire, con importanti benefici per tutti noi.
FONTI DATI
Report Assorimap sul riciclo meccanico delle materie plastiche. Dati 2021
I vantaggi del Riciclo della Plastica nel 2021 in Italia
Ogni anno Corepla, il principale consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, racconta nel suo Report di Sostenibilità i risultati raggiunti l’anno precedente.
Come era già stato anticipato, la raccolta differenziata continua a crescere, sia come Comuni serviti, che come quantità di prodotto conferita da ogni cittadino.
Vediamo anche che il riciclo diventa sempre più funzionale, infatti lo scorso anno è cresciuta sensibilmente la quota di plastica destinata al riciclo, rispetto a quella conferita a recupero energetico. Nel 2021, la raccolta degli imballaggi in plastica totali, quantificati in 1.475.747 tonnellate, con un aumento del 3% rispetto al 2020, ha visto 1.020.000 tonnellate di plastica riciclata, 314.964 tonnellate destinate al recupero energetico e il restante 14,2% presso termovalorizzatori efficienti.
Questi numeri, che già a prima vista ci dicono che stiamo raggiungendo ottimi risultati nel riciclo della plastica, a livello nazionale, ma anche nel panorama europeo, ci raccontano ancora di più se letti attraverso i benefici concreti generati in ambito ambientale ed energetico.
Il riciclo di oltre 1 tonnellata di materie plastica, ci ha consentito di:

Risparmiare sulle materie prime vergini necessarie a produrre nuova plastica
Nel 2021 la materia prima vergine risparmiata grazie al riciclo COREPLA è stata stimata pari a 520.000 t. Pari a 11 miliardi di flaconi in PET per detersivi da 1 l.

Risparmiare energia
Il processo di riciclo della plastica è meno energivoro di quello per la produzione di plastica vergine, di conseguenza il risparmio energetico nel 2021 è stato stimato a circa 10.867 GWh. Pari al 2,5% della produzione annua di energia primaria in Italia.

Risparmio di spazio in discarica
Nel 2021 abbiamo evitato di occupare 34.572.733 di m3 di discarica.
Pari a circa 29 discariche di media dimensione, pari a 36 volte il volume del Colosseo.

Riduzione di emissioni di CO2
Il minore impiego di energia per la produzione di nuova plastica vergine, determina anche minori emissioni di gas climalteranti in atmosfera: nel 2021 la CO2eq evitata grazie al riciclo COREPLA è stata stimata pari a 879.000 t. Pari alle emissioni prodotte da 1.017 voli A/R Roma – Tokyo.

Produzione energetica
Nel 2021, la plastica non riciclabile e destinata al recupero energetico ha prodotto nuova energia per 42 GWh, pari al consumo annuo di energia elettrica di circa 15.555 famiglie italiane.
E 86 GWh di energia termica, pari al consumo annuo di gas naturale di circa 5.823 famiglie.
Ecco come il nostro impegno quotidiano nel gestire i rifiuti in modo corretto, viene ripagato con la produzione di nuovo materiale riciclato, con il risparmio di risorse naturali, di energia e di emissioni di CO2 e con la produzione di nuovo calore e fonti energetiche.
In un’ottica più allargata e di più ampio respiro temporale, il nostro comportamento garantirà a noi e alle generazioni future di poter vivere in un pianeta più in salute, senza dover rinunciare alle comodità e al progresso portato dalla plastica.
Quanto pesa l’industria del riciclo della plastica in Italia?
Recentemente è stato pubblicato il rapporto di Assorimap, l’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche, realizzato da Plastic Consult, in cui è presentato lo stato dell’industria italiana del riciclo meccanico delle materie plastiche, relativamente all’anno 2021.
Abbiamo parlato spesso dell’importanza del riciclo e di come questo continui a crescere nel nostro Paese.
Sicuramente osservare la situazione anche dal punto di vista delle aziende che operano in questo settore permette di avere una fotografia ancora più chiara del contesto nazionale.
Inoltre riteniamo che sia importante conoscere lo stato del riciclo anche per il valore economico del suo comparto industriale, con le relative ricadute in termini di fatturato e di occupazione.
Di seguito quindi vi riportiamo i dati principali e l’interessante analisi fatta da Assorimap.
Iniziamo con il dire che l’Italia ha un primato nel riciclo.

L’industria del riciclo meccanico delle materie plastiche vale circa 1 miliardo di euro.
Rispetto al 2020, nel 2021, il volume del materiale riciclato è cresciuto del 17%, arrivando a 800mila tonnellate.
A questo è conseguito, nel 2021, un aumento del 67% per il fatturato delle imprese.
Un aumento di valore così notevole è dovuto in parte alla crescita del volume del materiale riciclato, ma anche a un incremento elevato dei prezzi di vendita.
Le aziende attive nel riciclo meccanico delle plastiche post-consumo su territorio nazionale sono 80 con circa 4.300 addetti, e sono dislocate principalmente nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est
Quali materiali vengono riciclati principalmente?
Vengono riciclati principalmente i polietileni, che rappresentano circa il 50% del totale, a seguire il PET con un quarto del totale, polipropilene e misti poliolefnici intorno al 10% e infine i polimeri rimanenti come PS, EPS, PVC e poliammidi.
Dove vengono utilizzate le materie riciclate prodotte da queste industrie?<

Il settore dell’imballaggio genera la domanda principale, infatti quasi il 40% dei prodotti è impiegato in questo ambito.
Segue il settore dell’edilizia e delle costruzioni, e infine le aziende produttrici di articoli casalinghi e per il giardinaggio.
Qual è lo sviluppo previsto per l’industria del riciclo meccanico delle plastiche post-consumo?
L’evoluzione dell’opinione pubblica è sempre più attenta al riciclo e all’acquisto di prodotti creati con materiali riciclati.
Di pari passo con essa procedono le normative, che sia a livello nazionale che di Comunità Europea, chiedono di adottare comportamenti responsabili e di raggiungere traguardi precisi in termini di riciclo e di impiego di prodotti riciclati.
Assorimap elenca le principali decisioni che impatteranno sul settore:
- L’Europa ha dato obiettivi precisi di «riciclo effettivo» degli imballaggi plastici, nei numeri di: 50% al 2025 e 55% al 2030;
- La direttiva comunitaria SUP (Single Use Plastic) prevede di arrivare nel 2025 al 77% di raccolta di bottiglie in PET, e di un utilizzo minimo di contenuto riciclato del 25%. Nel 2030 la raccolta dovrà raggiungere il 90% e i riciclati di PET al 30%;
- In Italia, la Plastic Tax, che dovrebbe entrare in vigore prossimamente, prevede il pagamento di una tassa sui MACSI (Manufatti a Consumo Singolo, tutti gli imballaggi o gli oggetti «a perdere»). Questa tassa sarà notevolmente ridotta se verranno impiegati anche materiali riciclati nella loro produzione.
- La Plastic Tax europea invece verrà applicata sugli imballaggi plastici a fine vita non riciclati.
In conclusione, sia gli obiettivi dati, sia gli oneri da pagare altrimenti, vanno nella direzione di incentivare ampiamente il riciclo delle plastiche da imballaggio e l’utilizzo di materiale riciclato nella produzione di nuovi oggetti.
Questo implica sicuramente benefici in termini ambientali, ma anche un ulteriore sviluppo, per gli anni a venire, dell’industria del riciclo italiana.
Anzi, alla luce di queste prospettive, Assorimap afferma che ad oggi, risultano addirittura insufficienti le disponibilità di imballaggi e più in generale di manufatti plastici a fine vita da avviare a riciclo.
5 suggerimenti per ottimizzare la gestione della plastica
Siamo ormai tornati quasi tutti dalle ferie, più riposati e carichi di energie.
Per molte persone settembre è il mese che segna l’inizio dell’anno nuovo: durante le vacanze abbiamo fatto bilanci e riflessioni e siamo pronti a ripartire con progetti nuovi e buoni propositi.
Perché non dedicare una parte di questi prossimi cambiamenti a cercare di migliorare ancora la gestione della plastica all’interno delle nostre vite?
Piccole novità, da introdurre nella tua routine quotidiana, facili da seguire e dai notevoli benefici per te e per il Pianeta.
Proviamo a darti 5 suggerimenti:
1) La differenziata in ufficio
A casa nostra siamo sicuramente attrezzati per separare nel modo corretto i nostri rifiuti.
Ma siamo così ben organizzati anche sul nostro luogo di lavoro?

Spesso i piccoli uffici, i negozi, gli studi non sono dotati degli strumenti per gestire la raccolta differenziata, ma ti assicuriamo che è davvero semplice introdurla.
Proponi di acquistare i contenitori per separare i rifiuti, ne esistono di tantissimi tipi, anche poco costosi e che occupano poco spazio.
Così sarà più semplice conferire in modo corretto le bottiglie di plastica e le vaschette alimentare che spesse volte contengono il pranzo.
Una scelta che farà piacere all’ambiente, ma anche ai colleghi!
2) Premiare i comportamenti virtuosi
Abbiamo raccontato più volte nel corso degli ultimi mesi, sui nostri canali, iniziative lodevoli da parte di varie aziende, che hanno adottato soluzioni di packaging virtuose. Preferendo la plastica riciclata all’utilizzo di plastica vergine, riducendo il peso della plastica utilizzata, impegnandosi attivamente nello studio di imballaggi ottimizzati per il riciclo, e altro ancora.

Come consumatori abbiamo il potere di premiare con le nostre scelte di acquisto questo impegno.
In questo modo utilizzeremo prodotti meno impattanti sul pianeta, e allo stesso tempo daremo un segnale importante, anche alle altre aziende, che saranno spronate nell’impegnarsi ad adottare soluzioni altrettanto virtuose.
3) Mettiamo da parte la plastica che non può essere riciclata
Sappiamo che attualmente la raccolta differenziata in Italia si applica unicamente agli imballaggi.
Per cui, utensili, giocattoli, parti di oggetti in plastica, vanno conferiti nell’indifferenziata.
Il nostro consiglio è quello di non avere fretta di gettare questi oggetti nella spazzatura.

Raccoglili in un contenitore dedicato, potrebbero diventare gli elementi per un’attività creativa da fare con i tuoi bambini, oppure essere trasformati in recipienti, vasi, e perfino gioielli di recupero.
Abbiamo parlato diverse volte di riciclo creativo, sicuramente sui nostri canali social potrai trovare qualche spunto utile!
4) Il calendario intelligente del ritiro della plastica
In diverse città ha ormai preso piede la raccolta porta a porta dei rifiuti: questo sistema implica che i ritiri siano effettuati in giorni specifici, e quindi da parte nostra è necessaria una piccola attività di organizzazione per depositare i rifiuti secondo le modalità richieste dal nostro Comune.

Per rendere più semplice questa gestione, possiamo affidarci agli assistenti virtuali che ormai spesso abbiamo in casa: il noto Alexa, ma anche i suoi colleghi di Google ed Apple, e chiedere loro di impostare un avviso ripetitivo per ricordarti quando portare giù la plastica.
5) Non buttare nell’indifferenziata ciò che può essere riciclato
Naturalmente questo problema si presenta quando siamo fuori casa, per strada o in un parco, dove magari troviamo solo cassonetti generici.
È un peccato conferire nell’indifferenziata l’involucro della merendina o la bottiglietta d’acqua vuota, confezioni che invece grazie al riciclo avrebbero la possibilità di essere nuovamente trasformati in materiale riutilizzabile.

Porta con te una piccola borsa pieghevole, ce ne sono alcune che stanno davvero nel pugno di una mano, e conserva la tua spazzatura fino ad arrivare a un contenitore per la raccolta della plastica, dove potrai differenziarla nel modo corretto.
Queste sono solo alcuni consigli, che speriamo siano semplici e facili da implementare nella tua quotidianità. Sicuramente i benefici per te e per l’ambiente saranno importanti.
Tu hai altri suggerimenti da condividere su strategie per gestire al meglio la plastica nella vita di tutti i giorni?
Il Riciclo della Plastica cresce anche nel 2021
Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, ha pubblicato i primi dati sulla raccolta della plastica, relativi all’anno 2021, durante l’Assemblea del Consorzio svoltasi a Milano l’11 maggio 2022.
I dati raccontano una performance positiva e in continuo miglioramento anno su anno.
I risultati sono particolarmente apprezzabili, tenendo conto della situazione complessiva, che ha visto il 2021 come un anno complesso, caratterizzato da difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, e da un generale aumento dei costi delle risorse e dell’energia.
Vediamo insieme qualche numero:
- La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica continua a crescere: + 3% rispetto al 2020. In volume la plastica raccolta è stata di 1.475.747 tonnellate.

Questo significa che ogni italiano, in media, ha differenziato 24,9 kg di plastica.

I tassi di crescita sono stati particolarmente positivi nelle regioni con le performance peggiori durante gli scorsi anni, portando a un comportamento in termini di raccolta differenziata, pressoché omogeneo tra tutte le regioni italiane.
Le più virtuose sono: Sardegna e Umbria, rispettivamente con 34 e 32 kg per abitante.
Questi risultati sono frutto sicuramente di un servizio di raccolta e riciclo capillare in tutto il Paese (il 96% dei Comuni ha infatti un sistema di raccolta differenziata), ma anche di campagne di sensibilizzazione continue che hanno reso i cittadini consapevoli e particolarmente attenti al giusto conferimento dei loro rifiuti.
Vediamo ora come è stata recuperata la plastica raccolta, ovvero quanta di essa è stata avviata a riciclo e quanta a recupero energetico.
- Nel 2021 sono state riciclate 1.020.000 tonnellate di plastica, provenienti prevalentemente da raccolta differenziata urbana.
Nel 2020 erano state riciclate 900.000 tonnellate di imballaggi plastici.
684.615 tonnellate di rifiuti da imballaggio in plastica sono stati gestiti da Corepla, ai quali vanno aggiunte 299.000 tonnellate riciclate da operatori industriali indipendenti e provenienti dalle attività commerciali e industriali.
Fuori da questo conteggio, ma comunque indicativi ai fini del risultato complessivo, potremmo aggiungere ulteriori 71.000 tonnellate gestite dai consorzi autonomi Sistema PARI e Conip.
- Nel 2021 sono state conferite a recupero energetico 314.964 tonnellate di imballaggi plastici.
Di questo gruppo fanno parte quegli imballaggi che ancora non possono essere riciclati e che vengono quindi destinati a produrre energia, al posto di utilizzare combustibili fossili.
Corepla ha destinato questi rifiuti per l’85,8% a cementifici (47,3% in Italia e 38,5% all’estero) e per il 14,2 presso termovalorizzatori efficienti.
Interessante, anche in questo caso, il confronto con il 2020, quando è stato conferito a recupero energetico un volume maggiore di rifiuti: 377.807 tonnellate di imballaggi plastici.
Una propensione maggiore al riciclo è infatti sempre auspicabile, visto i grandi benefici che porta con sé.
A chiudere questi primi dati sull’andamento del 2021, riportiamo il commento del Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo, che ricalca il nostro augurio, ovvero che pur tenendo conto dei buoni risultati ci sia ancora la spinta a migliorare:
“I numeri emersi oggi attestano che la strada è quella giusta; ora però è necessario uno sforzo ulteriore da parte di tutti per mantenere l’eccellenza che abbiamo raggiunto in termini di percentuale di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e di avvio a riciclo. Noi continueremo a mettere a disposizione del Paese la nostra competenza ed esperienza per costruire sui traguardi di oggi, gli ambiziosi obiettivi di domani”.
Il Riciclo non va in vacanza: buone pratiche per l’estate
L’estate ormai è arrivata e noi siamo in ferie o in procinto di partire.
In questo periodo i nostri ritmi si allentano, la nostra routine quotidiana si modifica, ma c’è un aspetto sul quale è bene mantenere alta l’attenzione: il riciclo della plastica.
Anche in vacanza, infatti, non dimentichiamoci di differenziare i nostri rifiuti.
Possiamo quasi dire: soprattutto durante l’estate! Quando la nostra vita si svolge per la maggior parte all’aria aperta e a contatto con la natura, non lasciamo tracce sgradevoli del nostro passaggio.
Bastano poche abitudini semplici, ma di grande impatto per la salute del Pianeta e in grado di preservare la bellezza dei luoghi in cui ci troviamo.
Ti lasciamo 5 semplici consigli per gestire senza stress il riciclo della plastica anche in estate.
1) Informati sulle regole per la raccolta differenziata

Oramai la quasi totalità dei comuni è attrezzata per la raccolta differenziata della spazzatura, e quindi anche dei rifiuti in plastica.
È però vero che ogni località ha le sue modalità di raccolta.
Chiedi, prima di partire, quali siano le regole da seguire al tuo albergatore, al proprietario della casa che affitti, o direttamente al Comune dove soggiornerai.
2) Usa i cestini della raccolta differenziata

Molte aree turistiche, come spiagge, aree pic nic, percorsi di trekking, sono dotate di cestini per la raccolta differenziata.
Non in tutti i posti è così però, più ci addentriamo nella natura e nelle zone meno battute, più è complicato organizzare il ritiro dei rifiuti e più sarà difficile trovare dei contenitori per la nostra immondizia.
Non è così grave: basta raccogliere la spazzatura che hai prodotto e portarla con te nel centro abitato più vicino, dove avrai modo di smaltirla agevolmente.
3) Riduci gli imballaggi

Se portarsi a casa i rifiuti non ti sembra la prospettiva migliore, quando sei in procinto di partire per un’escursione o una gita, cerca di ridurre al minimo gli imballaggi.
Evita di portarti piatti e bicchieri di plastica, trasferisci l’acqua in borracce e utilizza contenitori riutilizzabili per il tuo pranzo.
Viaggerai più leggero e non avrai il pensiero di non sapere dove mettere le confezioni vuote.
4) Aiuta l’ambiente e raccogli ciò che trovi

Quanto è spiacevole trovarsi in mezzo a un bosco, su una spiaggia isolata, a nuotare nelle acque trasparenti, e vedere abbandonati rifiuti di ogni tipo?
Sarà sicuramente capitato anche a te!
Fai un gesto poco impegnativo, ma dal grande risultato: raccogli la spazzatura che trovi e portala via con te, insieme ai tuoi rifiuti.
Ti ringrazierà l’ambiente e ti sentirai soddisfatto di aver fatto qualcosa di bello per gli altri.
5) Ricorda cosa puoi riciclare

Ormai saprai che va nella raccolta differenziata solo la plastica da imballaggio, quindi via libera a confezioni alimentari, bottigliette, flaconi di crema solare, shampoo, cosmetici, reti, sacchetti e buste di plastica…
Mentre invece dovrai ricordarti di mettere nell’indifferenziata: giocattoli in plastica rotti, braccioli e salvagenti, oggetti vari.
In ogni caso, non abbandonare mai i tuoi rifiuti nella natura.
Questi semplici comportamenti consapevoli consentono alla plastica di entrare a far parte di un circolo virtuoso, che la trasforma in nuove risorse, riducendo la produzione di materiale vergine.
Evita, inoltre, che la plastica finisca dispersa nell’ambiente, e possa raggiungere i fiumi e il mare, andando ad accrescere il problema dell’inquinamento delle acque.
Le nostre azioni possono fare molto per l’ambiente e per permetterci di continuare a utilizzare la plastica, riducendo il suo impatto sul Pianeta.
La Moda Sostenibile grazie anche al Riciclo della Plastica
Cosa può c’entrare un rifiuto di plastica con gli abiti di stilisti affermati?
Una bottiglietta d’acqua e un costume di tendenza hanno in comune molto di più di quello che possiamo credere.
Ultimamente si sta facendo strada la necessità di pensare una nuova moda sostenibile.
Il settore del fashion ha, infatti, un grande impatto sulle risorse del Pianeta: ha elevate necessità di acqua e produce molte emissioni di CO2.
Il settore del fashion ha, infatti, un grande impatto sulle risorse del Pianeta: ha elevate necessità di acqua e produce molte emissioni di CO2.
Questi fabbisogni produttivi sono aggravati da un modello di fabbricazione e di consumo, chiamato fast fashion, che ha preso piede negli ultimi anni e che prevede la creazione di moltissimi capi d’abbigliamento, per seguire i trend dei designer più noti.

Le grandi catene di abbigliamento arrivano a preparare circa una collezione di abiti a settimana, riversando sul mercato tonnellate di abiti.
Il consumatore, d’altra parte, tentato da prezzi bassi e dalla moda del momento, è molto più portato, rispetto a una volta, all’acquisto impulsivo di capi e a liberarsene con maggiore leggerezza.
Si stima che gran parte dell’abbigliamento fast fashion finisca in discarica l’anno successivo all’acquisto.
Alla luce di questi dati, che mostrano un impatto notevole sulle risorse del nostro Pianeta, molte case produttrici hanno deciso di cercare un approccio più green, e hanno iniziato ad affacciarsi in passerella collezioni di abiti sostenibili.
Allo stesso tempo la consapevolezza è cresciuta anche nei consumatori, e la sostenibilità ha iniziato a essere un valore che viene preso in considerazione durante le nostre scelte di acquisto.
In quest’ottica il connubio tra i rifiuti in plastica e la moda è arrivato naturale, e quindi via libera a tessuti derivati dal riciclo della plastica, impiegati sia nella realizzazione di capi sportivi, ma anche super lusso.
Abbiamo visto in diverse occasioni quanti nuovi prodotti possono nascere dal riciclo della plastica, oggetti di design, nuovi imballaggi, componenti per l’industria e possiamo inserire nella lista anche filati sintetici di alta qualità.
Molte delle aziende che preparano questi filati riciclati sono italiane, accrescendo la filiera industriale legata al riciclo della plastica.
Per citarne alcune, il progetto Q-Bottles, dell’azienda piemontese Quagga, ricicla bottiglie per farne capi d’abbigliamento, o ancora l’azienda trentina Aquafil, che produce il filato Econyl, dalle reti da pesca abbandonate in mare, e che fornisce i marchi del lusso come Burberry, Gucci, e tanti altri.

Ma dobbiamo dire che molte delle principali aziende italiane produttrici di tessuti hanno una linea di filati derivati dal riciclo della plastica.
È un settore in crescita, che continua ad attirare l’attenzione di start up e dipartimenti di ricerca universitari, che costruiscono progetti dedicati al reimpiego dei rifiuti in plastica nell’industria tessile e dell’abbigliamento, continuando a cercare nuovi metodi di produzione e nuovi tessuti sempre più tech e performanti.
Se analizziamo la situazione osservando i comportamenti delle case di moda, possiamo vedere che nelle principali catene di fast fashion sono comparse collezioni create a partire da filati riciclati, e sembra che questa sia una propensione da confermare anche per il futuro: Zara ha annunciato che entro il 2025 userà tessuti sostenibili al 100% ed H&M che si impegna ad usare esclusivamente materiali di riciclo o sostenibili entro il 2030.
L’azienda Patagonia è stata l’apripista di questa tendenza, iniziando a utilizzare poliestere derivato dal riciclo di bottiglie in plastica nel 1993. Oggi è arrivata a utilizzare l’84% di tessuti di poliestere riciclato.
La nota azienda Adidas ha diverse collezioni di scarpe realizzate con materiali riciclati, come ad esempio la linea realizzata in collaborazione con l’associazione Parley for the Oceans, che utilizza plastica recuperata sulla costa, prima che possa raggiungere gli oceani, per produrre le materie prime.
H&M ha collaborato al progetto bottle2fashion, trasformando le bottiglie di plastica di tutte le isole dell’Indonesia in poliestere riciclato, e nei suoi store si trovano felpe e altri capi per bambini realizzati con questo materiale.
Ma questi sono solo alcuni esempi, in realtà le iniziative iniziano a essere davvero numerose.
Che questo possa essere il futuro della moda?E che possa contribuire a una maggiore attenzione al riciclo, e allo smaltimento dei rifiuti che sono già purtroppo presenti nell’ambiente?
Noi ce lo auguriamo, visto che rappresenta un ottimo esempio di economia circolare che risolve le necessità di due settori produttivi importanti, portando con sé benefici ambientali utili alla salute del nostro Pianeta.
Perché viene scelta la plastica per gli imballaggi?
Come abbiamo visto in diverse occasioni, la plastica viene utilizzata in moltissimi settori dell’industria, per realizzare oggetti e componenti, davvero molto vari e differenti tra loro.
Sicuramente uno dei suoi impieghi più diffusi è come materiale da imballaggio: la plastica viene utilizzata per creare le confezioni dei detersivi, delle bevande, dei prodotti alimentari, dei cosmetici, dei farmaci, che troviamo nei negozi.
Ma perché la plastica è usata così tanto negli imballaggi? E perché è preferita ad altri materiali?
Principalmente perché la plastica ha una serie di proprietà fisiche e chimiche, insieme a processi di lavorazione, che la rendono un materiale valido e conveniente per questo scopo.
Vediamo insieme, più nel dettaglio, le caratteristiche a cui facciamo riferimento.
Iniziamo con lo spiegare, con parole semplici, cosa sia la plastica.

La plastica è composta da molecole di grandi dimensioni, chiamate polimeri. Questi polimeri si organizzano in lunghe catene che si aggrovigliano tra loro, conferendo al materiale un’elevata resistenza.
Una proprietà dei polimeri termoplastici, è quella di diventare viscosi se riscaldati, poter essere modellati con la forma desiderata e tornare rigidi, una volta raffreddati.
I polimeri della plastica non possono essere assorbiti dalla pelle, non hanno odore, né sapore.
Naturalmente esistono vari tipi di materie plastiche, con caratteristiche diverse, ma questi principi sono comuni a tutti i materiali usati per gli imballaggi e da essi derivano le qualità tanto apprezzate della plastica.
Possiamo dire che un grande vantaggio della plastica è di essere un materiale versatile, che si plasma facilmente sulle esigenze del prodotto che deve contenere e dell’azienda che lo deve commercializzare.
Una confezione può essere modellata secondo la forma più ergonomica e funzionale, così come essere colorata per risultare riconoscibile e accattivante.

Oltre a questo, la leggerezza è sicuramente una delle caratteristiche più rilevanti.
Le confezioni in plastica hanno un peso ridotto, minore rispetto a quello che avrebbero se fossero realizzate con altri materiali, e questo è un fattore di comodità per il consumatore, ma ha anche un’incidenza importante sui trasporti per far arrivare la merce a destinazione.
Un peso inferiore, in fase di trasporto, significa meno spese di carburante, e anche meno emissioni di CO2 nell’aria.
Per stoccare i prodotti, proteggerli dagli urti e dai danni, e permetterne la loro corretta conservazione, la plastica è un materiale particolarmente adatto perché è resistente.
Molte volte non si pensa che un corretto packaging alimentare abbia l’importante funzione di non far deperire il prodotto e quindi di ridurre sensibilmente lo spreco alimentare.
Sempre riguardo al tema della conservazione di cibo e bevande, e di altri prodotti che entrano in contatto con il nostro organismo, come i cosmetici e i medicinali, la plastica garantisce livelli di sicurezza elevati, che rendono il suo impiego adatto per questi scopi.
La legislazione italiana, e in aggiunta misure specifiche della UE, disciplinano i materiali che possono entrare in contatto con gli alimenti, cosicché rispettino alti standard qualitativi, proprio per assicurare la salute di tutti noi.

Inoltre, la plastica è un materiale relativamente economico, che permette di non impattare in modo eccessivo sul costo dei prodotti nei confronti del consumatore finale.
La sua lavorazione richiede un dispendio di energia più contenuto rispetto alla produzione di altri materiali, con un risparmio conseguente anche in termini di CO2 rilasciata nell’aria.

Non per ultimo, la plastica da imballaggio è un rifiuto che va differenziato, e può trovare numerose nuove vite, come materiale riciclato o come combustibile, con importanti ricadute benefiche sulla sostenibilità ambientale.
Naturalmente, per godere appieno di queste proprietà, che rendono la plastica un prodotto così utile e prezioso, dobbiamo gestirla in modo consapevole, ridurre il suo utilizzo quando superfluo, continuare nella ricerca di materie prime sempre più sostenibili, e migliorare costantemente il suo processo di riciclo.
Assicuriamoci un futuro in cui la plastica e la salute del nostro pianeta non sono più in contrapposizione.