Prima di entrare nei dettagli del processo meccanico e vedere come gli stabilimenti di trasformazione lavorano la plastica, dobbiamo dire che un processo di riciclo di successo inizia all’interno delle nostre case.

Il nostro comportamento è alla base di tutto il lavoro: è infatti fondamentale smistare correttamente i nostri rifiuti, impegnandoci a svolgere quotidianamente la raccolta differenziata, separando i vari materiali e destinandoli ai bidoni di raccolta idonei. 

La plastica non separata infatti non arriverà mai all’azienda che si occupa del riciclaggio, ma finirà inesorabilmente all’inceneritore e interromperà il suo ciclo di riutilizzo, che invece può essere infinito.

Ma cosa succede dopo che gettiamo correttamente i nostri imballaggi nel cassonetto della plastica?

1) Selezione e separazione

Gli impianti di riciclaggio hanno bisogno di raggruppare i rifiuti separandoli per dimensioni e per tipologia di plastica.

Per questo il primo passaggio è lo smistamento, che avviene per mezzo di filtri con maglie a diversa larghezza che lasciano passare i rifiuti della stessa grandezza, permettendo quindi di radunarli per dimensione.

Successivamente vengono trasportati su un nastro rotante, dove uno scanner a infrarossi riesce a riconoscere i diversi materiali plastici (PET, PVC, PE), e un getto ad aria compressa li separa destinandoli a gruppi diversi.

Naturalmente il passaggio finale è destinato al controllo manuale, dove gli addetti eliminano eventuali plastiche ‘intruse’ e non riciclabili. 

2) Macinazione

I nostri rifiuti sono a questo punto separati e imballati.

Ma prima di essere trasformati sono ulteriormente suddivisi per tipologia di prodotto, in modo da essere sicuri che la composizione della plastica sia la stessa.

Vengono lavati e puliti da eventuali residui.

Dopodichè, finalmente, si passa alla frantumazione e vengono ridotti in fiocchi di plastica.

I fiocchi sono suddivisi per colore, quindi scaldati, raffreddati e trasformati in pellet: piccole palline di plastica colorata.

Adesso la plastica è finalmente pronta per essere riciclata e per dare vita a nuovi oggetti, di svariato tipo: tessuti, bottiglie, oggetti di design, scarpe…

E questo processo può essere ripetuto moltissime volte, perché la struttura della plastica non si modifica durante la lavorazione che abbiamo appena visto. Un bel risparmio in termini di utilizzo delle materie prime e di energia per produrre materiale nuovo da zero.

Ma la plastica che non viene riciclata?

La plastica che sfugge alla raccolta differenziata, o che non può essere riciclata per sua composizione, finisce nei termovalorizzatori, producendo valore perché viene usata per la produzione di nuova energia, e negli inceneritori terminando così il suo ciclo di vita. 

Perdiamo quindi una risorsa importante e rendiamo necessario un maggiore utilizzo di materie prime ed energia per produrre nuovo materiale.

In conclusione, ricordiamoci sempre che il riciclo rimane l’opzione migliore per trattare la plastica utilizzata.