Raccolta Differenziata della Plastica: falla bene!

La raccolta differenziata della plastica, e dei rifiuti in generale, è il primo passo fondamentale per consentire alla nostra spazzatura di essere inserita all’interno del processo di riciclo. Farla bene è quindi importante, per questo cerchiamo di seguito di darvi più informazioni utili possibili per fare una corretta raccolta differenziata e per rispondere a eventuali dubbi sul conferimento.

Noi italiani siamo dei bravi riciclatori.

L’ultimo Rapporto di Sostenibilità relativo al 2021 pubblicato da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, riporta risultati, in termini di differenziazione dei rifiuti, molto buoni e incoraggianti.

Nel 2021 il 98% della popolazione italiana ha usufruito del servizio di raccolta differenziata, e sono state raccolte 1.475.747 tonnellate di imballaggi in plastica, con un aumento del 3% rispetto al 2020.

In media ogni italiano differenzia 24,9kg di imballaggi di plastica all’anno.

Le differenze regionali sulla propensione alla raccolta differenziata si sono assottigliate di anno in anno, e nel 2021 anche le Regioni che nel 2020 avevano una bassa raccolta pro capite hanno incrementato fortemente i loro risultati. 

Questi sono ottimi dati, ma dove allora si può ancora migliorare?

Sempre Corepla indica anche che nella raccolta differenziata sono stati rinvenuti materiali conferiti per errore pari al 9,5% del totale.

Questa frazione di rifiuti non in plastica o in plastica che non è riciclabile, può essere gestita in modo più corretto, con l’aiuto di un’informazione adeguata al consumatore, anche perché va a incidere sull’importo della tassa sui rifiuti, la TARI, che paghiamo annualmente.

Ecco allora alcune semplici indicazioni per rendere facile la raccolta differenziata e per rispondere a quelli che pensiamo possano essere i dubbi più comuni.

1) Solo Plastica da Imballaggi

In Italia, la raccolta differenziata della plastica, riguarda solamente gli imballaggi.

Ovvero tutti quegli oggetti che servono a contenere qualcosa.

Quindi via libera a conferire nel bidone della plastica: confezioni di detersivi, cosmetici, farmaci, vaschette alimentari, pellicola trasparente, sacchetti e scatole che contengono abiti e prodotti di vario tipo, pluriball e imballaggi protettivi.

Non vanno conferiti nella raccolta differenziata gli oggetti in plastica di diverso tipo.

No quindi a giocattoli, utensili da cucina, grucce, decorazioni, piccoli elettrodomestici, etc…

Quando dovete smaltire questo tipo di rifiuti, contattate il vostro Comune, perché potrebbero comunque essere destinati a una seconda vita, portandoli all’isola ecologica.

2) Separare è sempre meglio

Gli imballaggi in plastica sono progettati per essere sempre più performanti in fase di riciclo, quindi facili da smaltire. 

Possiamo però ancora trovare confezioni che usano diversi tipi di materiali, come carta e plastica insieme, come ad esempio i brick del latte in tetrapack con tappo in plastica. In questo caso è sempre meglio separare e conferire ogni materiale nel bidone appropriato.

Sembra noioso, ma in realtà è un’operazione solitamente molto veloce e… utile!

Quando dovete smaltire questo tipo di rifiuti, contattate il vostro Comune, perché potrebbero comunque essere destinati a una seconda vita, portandoli all’isola ecologica.

3) Non è necessario lavare gli imballaggi

Non sprechiamo acqua quando non è necessario.

Non serve lavare le confezioni prima di gettarle nella raccolta differenziata.

È sufficiente svuotarle del prodotto residuo. Sarà poi il centro di riciclaggio che provvederà al loro lavaggio.

4) Appiattire per la lunghezza

È consigliato schiacciare gli imballaggi per salvare spazio nei bidoni (anche in quelli casalinghi), ma è meglio appiattirli per il senso della lunghezza.

In questo modo lasciamo più superficie disponibile per il sistema di selezione ottico che utilizzano gli impianti di riciclaggio per separare i diversi tipi di plastica.

4) Chiudere con i tappi

È bene, dopo aver appiattito la bottiglia, richiuderla con il proprio tappo. In questo modo sarà meno facile che vada ‘perso’ durante la raccolta e lo smistamento dei rifiuti.

Ecco, queste sono le poche regole per fare una corretta raccolta differenziata.

Siamo convinti che l’informazione, indicazioni chiare e l’abitudine, aiutino il consumatore a gestire la plastica in modo più consapevole.

Un rifiuto trattato correttamente, ha un impatto ambientale notevolmente ridotto. Se lo facciamo tutti, il beneficio che offriamo al nostro Pianeta diventa davvero importante.   


Consigli per un Natale a minor impatto ambientale

Il Natale è uno dei periodi dell’anno più amati e attesi, ma non possiamo nascondere che dal punto di vista ambientale sia anche uno dei più impattanti.

A dicembre avviene una vera e propria esplosione dei consumi: grandi acquisti, merci che compiono lunghi viaggi per arrivare fino a noi, decorazioni, alto consumo di energia, grandi quantità di cibo portate in tavola… con una conseguente alta percentuale di rifiuti prodotti.

Solo per quanto riguarda la plastica, il Waste Watcher, il primo Osservatorio nazionale sugli Sprechi, stima che nel modo, durante il periodo natalizio, vengano gettate 125.000 tonnellate di imballaggi in plastica.

Certamente le feste sono un momento di felicità e condivisione ed è giusto goderne al massimo, ma con qualche piccolo consiglio possiamo ridurre un po’ il nostro impatto sul pianeta, e questo è un grande regalo che facciamo a noi stessi e al futuro di tutti.

1) Riutilizzo

Il riutilizzo è uno step importante per ridurre l’impatto ambientale della plastica e permetterle di inserirsi all’interno di una reale economia circolare.

Gli addobbi natalizi sono solitamente realizzati in plastica, e soprattutto in plastica non riciclabile nella raccolta differenziata urbana. 

Cerchiamo quindi di riutilizzare quelli dell’anno scorso.

Siamo sicuri che le nostre cantine e i nostri garage siano zeppi di scatole con festoni, palline, ghirlande e centritavola.

Basterà sistemarli in casa in modo diverso e avremo la sensazioni di avere degli addobbi nuovi, senza però aver speso un euro per acquistarli!

2) Riciclo Creativo

Se proprio desideriamo rinnovare i nostri addobbi, pensiamo alla soluzione del riciclo creativo!

Senza saperlo, abbiamo in casa, e spesse volte proprio nella nostra spazzatura, moltissimo materiale per creare da noi decorazioni per la tavola, palline per l’albero, ghirlande da appendere.

Diamo una nuova vita alla plastica che abbiamo già utilizzato e che stiamo per gettare via.

È anche un’attività divertente e formativa da fare assieme ai nostri bambini. 

3) Riduzione

Proviamo a ridurre i nostri acquisti. Ne beneficeranno l’ambiente, ma anche il nostro portafoglio.

È più conveniente puntare sulla qualità dei nostri regali che sulla quantità.

Scegliere un regalo con attenzione, pensando alla persona a cui è destinato, e sceglierlo in modo che duri nel tempo e che non venga gettato o abbandonato dopo poco tempo, è un metodo vincente per rendere felice i nostri amici e fare una scelta consapevole per l’ambiente.

4) Scelte consapevoli

Come consumatori abbiamo la possibilità di scegliere.

Possiamo indirizzare i nostri consumi verso prodotti che siano riciclabili, o prodotti in plastica riciclata.

Esistono oggi intere linee di giocattoli realizzati utilizzando la plastica riciclata, che sono belli, sicuri e funzionali.

Così come esistono aziende che si impegnano concretamente per essere maggiormente sostenibili, e alle quali possiamo dare la nostra preferenza negli acquisti. 

5) Raccolta Differenziata

Anche seguendo i consigli sopra, sicuramente al termine del Natale, avremo comunque generato dei rifiuti.

Gestiamoli nel modo più corretto e ricicliamoli!

Separiamo gli imballaggi dei nostri regali: le scatole di plastica, i sacchetti trasparenti porta indumenti, il pluriball, il polistirolo che troviamo all’interno delle scatole vanno nella raccolta differenziata della plastica.

Allo stesso modo, le confezioni alimentari, le vaschette in plastica delle gastronomie, i piatti e i bicchieri di plastica, sono facilmente riciclabili e vanno conferiti nel bidone della plastica.

Così come esistono aziende che si impegnano concretamente per essere maggiormente sostenibili, e alle quali possiamo dare la nostra preferenza negli acquisti. 

Con questi consigli ci siamo concentrati sugli aspetti legati alla gestione del materiale plastico, perché è la materia che trattiamo, ma potete scegliere di adottare comportamenti più consapevoli anche per gestire altri aspetti delle festività natalizie.

Potete scegliere mezzi meno inquinanti per i vostri spostamenti e i viaggi, e cercare di ridurre al minimo lo spreco alimentare a seguito di pranzi e cenoni.

Le soluzioni sono tante e davvero poco impegnative per trascorrere un Natale bello, fastoso e sostenibile.


Che cosa si produce con la Plastica Riciclata?

Abbiamo parlato diffusamente della pratica virtuosa del riciclo della plastica.

Sappiamo oramai che noi italiani siamo bravi riciclatori: globalmente ricicliamo il 79% dei rifiuti, risultato che ci pone come primi in Europa e che ci vede superare l’obiettivo dato a livello comunitario e fissato al raggiungimento del riciclo del 70% dei rifiuti entro il 2030.

Siamo consapevoli che il riciclo della plastica comporta numerosi benefici e rende più sostenibile questo importante materiale. È il sistema grazie al quale possiamo rimettere in circolo la plastica a fine vita, altrimenti destinata alle discariche. E che ci permette di salvaguardare risorse naturali e di risparmiare l’energia necessaria per produrre nuovo materiale vergine.

Abbiamo anche visto come l’industria italiana del riciclo sia un comparto importante all’interno della nostra economia, in termini di fatturato e di persone impiegate, e di quanto sia un settore in crescita.

Ma sappiamo come viene utilizzata la plastica riciclata?

Dopo che la plastica viene da noi differenziata, arriva agli impianti di riciclaggio e comincia il suo iter che la porterà a essere trasformata in fiocchi di materia riciclata, come viene impiegata?

In che forma la ritroviamo nel nostro quotidiano, negli oggetti di uso comune? 

Iniziamo con il dire che la domanda di plastica riciclata è in aumento, e che più del 18% delle plastiche utilizzate dalle aziende italiane per produrre oggetti è costituito da plastica riciclata.

Tanti sono i settori che impiegano plastica riciclata: da quello edile all’arredamento, dall’oggettistica all’automotive, dall’agricoltura al tessile, e naturalmente dalle aziende di imballaggi che la utilizzano per la produzione di nuovi packaging.

Non tutte le plastiche però vengono riservate alla creazione degli stessi oggetti, infatti la loro destinazione dipende dal tipo di polimero di provenienza.

Ad esempio, il PET riciclato è molto utilizzato per produrre nuove bottiglie da impiegare nell’industria del beverage. Possiamo dire che è uno dei pochi materiali plastici che, anche da riciclato, trova lo stesso uso, seguendo il sistema del bottle-to-bottle.

L’R-PET dà vita anche a fibre tessili utilizzate per la produzione di divise da lavoro ignifughe, abbigliamento tecnico e sportivo e comuni capi di vestiario sostenibili.

L’HDPE, che viene riciclato dalle confezioni dei nostri detersivi e dei saponi, viene utilizzato per realizzare i tubi delle condutture e delle fognature, ma anche per la produzione di oggetti vari e di arredi urbani.

Dal polietilene riciclato nascono soprattutto sacchetti di vari tipi e per diversi scopi.

Mentre gli articoli che troviamo in plastica riciclata e che sono destinati agli animali, alla casa e al giardinaggio, come pattumiere, vasi, cassette, sono principalmente fatti in polipropilene riciclato.

Vediamo insieme qualche applicazione concreta dei materiali plastici riciclati.

La panchina nuova del vostro parco preferito potrebbe essere stata realizzata con 25 Kg di plastiche miste.

La seduta della vostra sedia di design potrebbe essere stata fabbricata con 10 flaconi di plastica (HDPE).

Il cestino del supermercato in cui riponete la spesa potrebbe essere nato da 23 bottiglie di plastica (PET).

La tomaia delle ballerine che indossate potrebbe essere stata prodotta con 40 bottiglie (PET).

La vostra cucina potrebbe essere stata realizzata con 1.000 bottiglie in PET.

Potremmo andare avanti ancora nell’elenco e aggiungere indumenti, utensili, componenti, rivestimenti delle automobili, materiali isolanti, piccole costruzioni…

La cosa che ci auguriamo, ma che è già realtà visto le tendenze delle industrie coinvolte, è che l’offerta di oggetti prodotti con plastica riciclata continuerà ad aumentare negli anni a venire, con importanti benefici per tutti noi.

FONTI DATI

Report Assorimap sul riciclo meccanico delle materie plastiche. Dati 2021


5 suggerimenti per ottimizzare la gestione della plastica

Siamo ormai tornati quasi tutti dalle ferie, più riposati e carichi di energie.

Per molte persone settembre è il mese che segna l’inizio dell’anno nuovo: durante le vacanze abbiamo fatto bilanci e riflessioni e siamo pronti a ripartire con progetti nuovi e buoni propositi.

Perché non dedicare una parte di questi prossimi cambiamenti a cercare di migliorare ancora la gestione della plastica all’interno delle nostre vite?

Piccole novità, da introdurre nella tua routine quotidiana, facili da seguire e dai notevoli benefici per te e per il Pianeta.

Proviamo a darti 5 suggerimenti:

1) La differenziata in ufficio

A casa nostra siamo sicuramente attrezzati per separare nel modo corretto i nostri rifiuti.

Ma siamo così ben organizzati anche sul nostro luogo di lavoro?

Spesso i piccoli uffici, i negozi, gli studi non sono dotati degli strumenti per gestire la raccolta differenziata, ma ti assicuriamo che è davvero semplice introdurla.

Proponi di acquistare i contenitori per separare i rifiuti, ne esistono di tantissimi tipi, anche poco costosi e che occupano poco spazio.

Così sarà più semplice conferire in modo corretto le bottiglie di plastica e le vaschette alimentare che spesse volte contengono il pranzo.

Una scelta che farà piacere all’ambiente, ma anche ai colleghi!

2) Premiare i comportamenti virtuosi

Abbiamo raccontato più volte nel corso degli ultimi mesi, sui nostri canali, iniziative lodevoli da parte di varie aziende, che hanno adottato soluzioni di packaging virtuose. Preferendo la plastica riciclata all’utilizzo di plastica vergine, riducendo il peso della plastica utilizzata, impegnandosi attivamente nello studio di imballaggi ottimizzati per il riciclo, e altro ancora.

Come consumatori abbiamo il potere di premiare con le nostre scelte di acquisto questo impegno.

In questo modo utilizzeremo prodotti meno impattanti sul pianeta, e allo stesso tempo daremo un segnale importante, anche alle altre aziende, che saranno spronate nell’impegnarsi ad adottare soluzioni altrettanto virtuose.

3) Mettiamo da parte la plastica che non può essere riciclata

Sappiamo che attualmente la raccolta differenziata in Italia si applica unicamente agli imballaggi.

Per cui, utensili, giocattoli, parti di oggetti in plastica, vanno conferiti nell’indifferenziata.

Il nostro consiglio è quello di non avere fretta di gettare questi oggetti nella spazzatura.

Raccoglili in un contenitore dedicato, potrebbero diventare gli elementi per un’attività creativa da fare con i tuoi bambini, oppure essere trasformati in recipienti, vasi, e perfino gioielli di recupero.

Abbiamo parlato diverse volte di riciclo creativo, sicuramente sui nostri canali social potrai trovare qualche spunto utile!

4) Il calendario intelligente del ritiro della plastica

In diverse città ha ormai preso piede la raccolta porta a porta dei rifiuti: questo sistema implica che i ritiri siano effettuati in giorni specifici, e quindi da parte nostra è necessaria una piccola attività di organizzazione per depositare i rifiuti secondo le modalità richieste dal nostro Comune.

Per rendere più semplice questa gestione, possiamo affidarci agli assistenti virtuali che ormai spesso abbiamo in casa: il noto Alexa, ma anche i suoi colleghi di Google ed Apple, e chiedere loro di impostare un avviso ripetitivo per ricordarti quando portare giù la plastica. 

5) Non buttare nell’indifferenziata ciò che può essere riciclato

Naturalmente questo problema si presenta quando siamo fuori casa, per strada o in un parco, dove magari troviamo solo cassonetti generici.

È un peccato conferire nell’indifferenziata l’involucro della merendina o la bottiglietta d’acqua vuota, confezioni che invece grazie al riciclo avrebbero la possibilità di essere nuovamente trasformati in materiale riutilizzabile.

Porta con te una piccola borsa pieghevole, ce ne sono alcune che stanno davvero nel pugno di una mano, e conserva la tua spazzatura fino ad arrivare a un contenitore per la raccolta della plastica, dove potrai differenziarla nel modo corretto.

Queste sono solo alcuni consigli, che speriamo siano semplici e facili da implementare nella tua quotidianità. Sicuramente i benefici per te e per l’ambiente saranno importanti.

Tu hai altri suggerimenti da condividere su strategie per gestire al meglio la plastica nella vita di tutti i giorni?


Il Riciclo della Plastica cresce anche nel 2021

Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, ha pubblicato i primi dati sulla raccolta della plastica, relativi all’anno 2021, durante l’Assemblea del Consorzio svoltasi a Milano l’11 maggio 2022.

I dati raccontano una performance positiva e in continuo miglioramento anno su anno.

I risultati sono particolarmente apprezzabili, tenendo conto della situazione complessiva, che ha visto il 2021 come un anno complesso, caratterizzato da difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, e da un generale aumento dei costi delle risorse e dell’energia.

Vediamo insieme qualche numero:

  • La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica continua a crescere: + 3% rispetto al 2020. In volume la plastica raccolta è stata di 1.475.747 tonnellate.

Questo significa che ogni italiano, in media, ha differenziato 24,9 kg di plastica.

I tassi di crescita sono stati particolarmente positivi nelle regioni con le performance peggiori durante gli scorsi anni, portando a un comportamento in termini di raccolta differenziata, pressoché omogeneo tra tutte le regioni italiane. 

Le più virtuose sono: Sardegna e Umbria, rispettivamente con 34 e 32 kg per abitante.

Questi risultati sono frutto sicuramente di un servizio di raccolta e riciclo capillare in tutto il Paese (il 96% dei Comuni ha infatti un sistema di raccolta differenziata), ma anche di campagne di sensibilizzazione continue che hanno reso i cittadini consapevoli e particolarmente attenti al giusto conferimento dei loro rifiuti.

Vediamo ora come è stata recuperata la plastica raccolta, ovvero quanta di essa è stata avviata a riciclo e quanta a recupero energetico.

  • Nel 2021 sono state riciclate 1.020.000 tonnellate di plastica, provenienti prevalentemente da raccolta differenziata urbana.
    Nel 2020 erano state riciclate 900.000 tonnellate di imballaggi plastici.

684.615 tonnellate di rifiuti da imballaggio in plastica sono stati gestiti da Corepla, ai quali vanno aggiunte 299.000 tonnellate riciclate da operatori industriali indipendenti e provenienti dalle attività commerciali e industriali.

Fuori da questo conteggio, ma comunque indicativi ai fini del risultato complessivo, potremmo aggiungere ulteriori 71.000 tonnellate gestite dai consorzi autonomi Sistema PARI e Conip.

  • Nel 2021 sono state conferite a recupero energetico 314.964 tonnellate di imballaggi plastici.

Di questo gruppo fanno parte quegli imballaggi che ancora non possono essere riciclati e che vengono quindi destinati a produrre energia, al posto di utilizzare combustibili fossili. 

Corepla ha destinato questi rifiuti per l’85,8% a cementifici (47,3% in Italia e 38,5% all’estero) e per il 14,2 presso termovalorizzatori efficienti.

Interessante, anche in questo caso, il confronto con il 2020, quando è stato conferito a recupero energetico un volume maggiore di rifiuti: 377.807 tonnellate di imballaggi plastici.

Una propensione maggiore al riciclo è infatti sempre auspicabile, visto i grandi benefici che porta con sé.

A chiudere questi primi dati sull’andamento del 2021, riportiamo il commento del Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo, che ricalca il nostro augurio, ovvero che pur tenendo conto dei buoni risultati ci sia ancora la spinta a migliorare: 

“I numeri emersi oggi attestano che la strada è quella giusta; ora però è necessario uno sforzo ulteriore da parte di tutti per mantenere l’eccellenza che abbiamo raggiunto in termini di percentuale di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e di avvio a riciclo. Noi continueremo a mettere a disposizione del Paese la nostra competenza ed esperienza per costruire sui traguardi di oggi, gli ambiziosi obiettivi di domani”.


Il Riciclo non va in vacanza: buone pratiche per l’estate

L’estate ormai è arrivata e noi siamo in ferie o in procinto di partire.

In questo periodo i nostri ritmi si allentano, la nostra routine quotidiana si modifica, ma c’è un aspetto sul quale è bene mantenere alta l’attenzione: il riciclo della plastica.

Anche in vacanza, infatti, non dimentichiamoci di differenziare i nostri rifiuti.

Possiamo quasi dire: soprattutto durante l’estate! Quando la nostra vita si svolge per la maggior parte all’aria aperta e a contatto con la natura, non lasciamo tracce sgradevoli del nostro passaggio.

Bastano poche abitudini semplici, ma di grande impatto per la salute del Pianeta e in grado di preservare la bellezza dei luoghi in cui ci troviamo.

Ti lasciamo 5 semplici consigli per gestire senza stress il riciclo della plastica anche in estate.

1) Informati sulle regole per la raccolta differenziata

Oramai la quasi totalità dei comuni è attrezzata per la raccolta differenziata della spazzatura, e quindi anche dei rifiuti in plastica.

È però vero che ogni località ha le sue modalità di raccolta.

Chiedi, prima di partire, quali siano le regole da seguire al tuo albergatore, al proprietario della casa che affitti, o direttamente al Comune dove soggiornerai.

2) Usa i cestini della raccolta differenziata

Molte aree turistiche, come spiagge, aree pic nic, percorsi di trekking, sono dotate di cestini per la raccolta differenziata.

Non in tutti i posti è così però, più ci addentriamo nella natura e nelle zone meno battute, più è complicato organizzare il ritiro dei rifiuti e più sarà difficile trovare dei contenitori per la nostra immondizia.

Non è così grave: basta raccogliere la spazzatura che hai prodotto e portarla con te nel centro abitato più vicino, dove avrai modo di smaltirla agevolmente.

3) Riduci gli imballaggi

Se portarsi a casa i rifiuti non ti sembra la prospettiva migliore, quando sei in procinto di partire per un’escursione o una gita, cerca di ridurre al minimo gli imballaggi.

Evita di portarti piatti e bicchieri di plastica, trasferisci l’acqua in borracce e utilizza contenitori riutilizzabili per il tuo pranzo.

Viaggerai più leggero e non avrai il pensiero di non sapere dove mettere le confezioni vuote.

4) Aiuta l’ambiente e raccogli ciò che trovi

Quanto è spiacevole trovarsi in mezzo a un bosco, su una spiaggia isolata, a nuotare nelle acque trasparenti, e vedere abbandonati rifiuti di ogni tipo?

Sarà sicuramente capitato anche a te!

Fai un gesto poco impegnativo, ma dal grande risultato: raccogli la spazzatura che trovi e portala via con te, insieme ai tuoi rifiuti.

Ti ringrazierà l’ambiente e ti sentirai soddisfatto di aver fatto qualcosa di bello per gli altri.

5) Ricorda cosa puoi riciclare

Ormai saprai che va nella raccolta differenziata solo la plastica da imballaggio, quindi via libera a confezioni alimentari, bottigliette, flaconi di crema solare, shampoo, cosmetici, reti, sacchetti e buste di plastica…

Mentre invece dovrai ricordarti di mettere nell’indifferenziata: giocattoli in plastica rotti, braccioli e salvagenti, oggetti vari.

In ogni caso, non abbandonare mai i tuoi rifiuti nella natura.

Questi semplici comportamenti consapevoli consentono alla plastica di entrare a far parte di un circolo virtuoso, che la trasforma in nuove risorse, riducendo la produzione di materiale vergine.

Evita, inoltre, che la plastica finisca dispersa nell’ambiente, e possa raggiungere i fiumi e il mare, andando ad accrescere il problema dell’inquinamento delle acque.

Le nostre azioni possono fare molto per l’ambiente e per permetterci di continuare a utilizzare la plastica, riducendo il suo impatto sul Pianeta.


Il riciclo della Plastica in Italia: dati 2020, tendenze e prospettive.

Dopo aver visto insieme come avviene il processo di riciclo della plastica, i suoi benefici in termini ambientali, e aver insistito sull’importanza di fare una corretta raccolta differenziata tra le mura domestiche, vediamo come ci comportiamo, nei fatti, in merito al riciclo in Italia.

La buona notizia è che noi italiani, siamo, a discapito dei luoghi comuni, virtuosi nella raccolta differenziata della plastica.

Siamo addirittura sul podio tra i paesi europei, secondi solo alla Germania.

Nel 2020 in Italia è stato recuperato il 95% della plastica sul mercato.

In cifre, sono state immesse al consumo 1.913.914 tonnellate di imballaggi in plastica (il 5% in meno rispetto al 2019) e ne sono state recuperate 1.820.270 tonnellate (il 4% in più rispetto al 2019).

In media ogni italiano ha differenziato 23,7kg di plastica.

Se analizziamo questo dato guardando alle singole regioni, troviamo un valore tutto sommato omogeneo: le differenze tra le regioni stanno andando man mano assottigliandosi, mostrando una maggiore propensione a comportamenti legati al riciclo, in maniera uniforme in tutta la penisola.

Delle 1.820.270 tonnellate di plastica recuperata, il 47% è stato avviato a riciclo, mentre il 48% è stato avviato a recupero energetico.

La percentuale di plastica riciclata rappresenta un valore ottimo, se si pensa che l’obiettivo richiesto dall’Unione Europea è di raggiungere il 50% entro il 2025, quindi coprire i 2 punti percentuali mancanti nei prossimi 5 anni sembra un traguardo verosimile da ottenere.

Soprattutto considerando il fatto che la quota di plastica riciclata è cresciuta di anno in anno, con tendenza positiva, che significa che sta aumentando la consapevolezza dell’importanza di differenziare i rifiuti.

Il riciclo avviene presso impianti localizzati per la maggior parte in Italia (il 74% degli impianti utilizzati è nel nostro Paese).

Gli imballaggi per i quali non esiste possibilità di riciclo vengono conferiti al recupero energetico presso impianti di termovalorizzazione efficienti, oppure vengono utilizzati come combustibile alternativo ai combustibili fossili, specialmente dai cementifici.

Abbiamo raccontato diverse volte i numerosi benefici ambientali, diretti e indiretti che derivano dal recupero della plastica: materia prima risparmiata e conseguente risparmio in energia e in emissioni di Co2, spazio prezioso non occupato nelle discariche, e soprattutto l’inserimento della plastica all’interno di un processo virtuoso di economia circolare.

Per renderci conto meglio dell’entità dei plus  elencati, vediamo in valore cosa abbiamo guadagnato nel 2020 grazie al recupero della plastica:

  • 458.000 tonnellate di materia prima risparmiata per produrre nuova plastica.
  • 34 milioni di metri cubi di discarica evitata, grazie a 1.820.270 tonnellate di imballaggi plastici che hanno trovato nuova vita.
  • 472 GWh di energia primaria risparmiata, grazie al fatto che il processo di riciclo della plastica richiede meno energia di quello per la produzione di plastica vergine.
  • 000 tonnellate di emissioni di Co2 evitate perché la plastica riciclata ha una minore impronta di carbonio rispetto allo stesso quantitativo di materiale vergine.
  • 183 gwh di energia termica + 91 GWh energia elettrica prodotta da quei rifiuti che, in quanto non riciclabili, sono destinati al recupero energetico.

Alla luce di questo andamento positivo, e delle recenti disposizioni italiane ed europee in merito alla riduzione dell’impiego della plastica e al suo riciclo, per i prossimi anni fino al 2025, Corepla prevede una riduzione di plastica immessa sul mercato, e una crescita della plastica destinata al riciclo.

A sostegno di questa visione, le imprese produttrici e le aziende che impiegano gli imballaggi in plastica stanno dando segnali concreti di perseguire questa direzione. Stanno ripensando i contenitori, per ridurne notevolmente il loro impatto ambientale.

La strada intrapresa è progettare packaging in plastica in ottica di riciclo, che quindi rendano meglio all’interno del processo di riciclo, perché fatto con materiali più facili da riciclare.

Allo stesso tempo produrre packaging funzionali creati da materiale riciclato, per rendere sempre più reale e di facile attuazione l’economia circolare.

Questa crescente attenzione al riciclo, sia tra i consumatori, che tra le aziende, mostra quanto la plastica sia cambiata e stia cambiando.


Come avviene il processo di riciclo della plastica?

Prima di entrare nei dettagli del processo meccanico e vedere come gli stabilimenti di trasformazione lavorano la plastica, dobbiamo dire che un processo di riciclo di successo inizia all’interno delle nostre case.

Il nostro comportamento è alla base di tutto il lavoro: è infatti fondamentale smistare correttamente i nostri rifiuti, impegnandoci a svolgere quotidianamente la raccolta differenziata, separando i vari materiali e destinandoli ai bidoni di raccolta idonei. 

La plastica non separata infatti non arriverà mai all’azienda che si occupa del riciclaggio, ma finirà inesorabilmente all’inceneritore e interromperà il suo ciclo di riutilizzo, che invece può essere infinito.

Ma cosa succede dopo che gettiamo correttamente i nostri imballaggi nel cassonetto della plastica?

1) Selezione e separazione

Gli impianti di riciclaggio hanno bisogno di raggruppare i rifiuti separandoli per dimensioni e per tipologia di plastica.

Per questo il primo passaggio è lo smistamento, che avviene per mezzo di filtri con maglie a diversa larghezza che lasciano passare i rifiuti della stessa grandezza, permettendo quindi di radunarli per dimensione.

Successivamente vengono trasportati su un nastro rotante, dove uno scanner a infrarossi riesce a riconoscere i diversi materiali plastici (PET, PVC, PE), e un getto ad aria compressa li separa destinandoli a gruppi diversi.

Naturalmente il passaggio finale è destinato al controllo manuale, dove gli addetti eliminano eventuali plastiche ‘intruse’ e non riciclabili. 

2) Macinazione

I nostri rifiuti sono a questo punto separati e imballati.

Ma prima di essere trasformati sono ulteriormente suddivisi per tipologia di prodotto, in modo da essere sicuri che la composizione della plastica sia la stessa.

Vengono lavati e puliti da eventuali residui.

Dopodichè, finalmente, si passa alla frantumazione e vengono ridotti in fiocchi di plastica.

I fiocchi sono suddivisi per colore, quindi scaldati, raffreddati e trasformati in pellet: piccole palline di plastica colorata.

Adesso la plastica è finalmente pronta per essere riciclata e per dare vita a nuovi oggetti, di svariato tipo: tessuti, bottiglie, oggetti di design, scarpe…

E questo processo può essere ripetuto moltissime volte, perché la struttura della plastica non si modifica durante la lavorazione che abbiamo appena visto. Un bel risparmio in termini di utilizzo delle materie prime e di energia per produrre materiale nuovo da zero.

Ma la plastica che non viene riciclata?

La plastica che sfugge alla raccolta differenziata, o che non può essere riciclata per sua composizione, finisce nei termovalorizzatori, producendo valore perché viene usata per la produzione di nuova energia, e negli inceneritori terminando così il suo ciclo di vita. 

Perdiamo quindi una risorsa importante e rendiamo necessario un maggiore utilizzo di materie prime ed energia per produrre nuovo materiale.

In conclusione, ricordiamoci sempre che il riciclo rimane l’opzione migliore per trattare la plastica utilizzata.