La Generazione Z è spesso oggetto dell’attenzione dei media e degli opinionisti. Se ne analizzano i consumi, l’approccio al lavoro, le mode e la loro sensibilità ai temi ambientali. Qui vogliamo approfondire proprio quest’ultimo aspetto e vedere in quale modo la Gen Z affronta gli argomenti green.

Per comprendere meglio, la tanto citata Generazione Z è composta dai ragazzi nati tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemiladieci. È la generazione di Greta Thumberg, la giovane attivista che nel 2018 ad appena 15 anni ha iniziato a scioperare e a far sentire la sua voce per sensibilizzate sul cambiamento climatico e spingere i governi a prendere provvedimenti per la crisi ambientale.

Greta Thumberg non è una voce fuori dal coro tra i suoi coetanei, infatti, la Gen Z è molto partecipe nelle discussioni ambientali. Possiamo dire che sono giovani cresciuti con una consapevolezza spiccata dell’impatto delle proprie azioni e delle proprie scelte di consumo sul pianeta.

Uno degli aspetti chiave di questo tipo di attivismo è il concetto di “zero waste”, mirato a ridurre al minimo la produzione di rifiuti. La Gen Z abbraccia questa filosofia, spingendosi oltre il semplice riciclo e cercando modi creativi per ridurre il proprio impatto ambientale.

Possiamo dire che questa generazione ha goduto di una ‘Sensibilizzazione Precoce’. È cresciuta con una maggiore consapevolezza ambientale rispetto alle generazioni precedenti. I programmi educativi incentrati sull’ecologia e le iniziative di sensibilizzazione hanno giocato un ruolo chiave nel formare le loro opinioni. Le scuole e le università stanno svolgendo un ruolo fondamentale nell’istruire i giovani su come la gestione dei rifiuti possa influire sul nostro ecosistema.

Questa sensibilità si traduce in azioni concrete, infatti la Gen Z si mostra molto critica nei confronti delle pratiche aziendali non sostenibili. Preferisce marchi che dimostrano un impegno autentico per la sostenibilità ambientale, spingendo le aziende a rivedere le proprie pratiche e ad adottare politiche più eco-friendly.

A differenza delle generazioni precedenti, la Generazione Z non si accontenta di essere spettatrice. Partecipano attivamente a iniziative locali e globali per la pulizia dell’ambiente, organizzano raccolte di rifiuti e promuovono la consapevolezza attraverso eventi di sensibilizzazione. La loro partecipazione va oltre la retorica e si traduce in azioni concrete.

Un’altra differenza sostanziale rispetto ai loro ‘fratelli maggiori’ è il modo in cui la Gen Z parla e si confronta su queste tematiche: Il mondo digitale svolge un ruolo centrale nel loro attivismo.

Le piattaforme social, come TikTok e Instagram, sono diventate i canali di divulgazione preferiti. Qui nascono moltissimi profili dove si veicolano idee innovative sulla gestione dei rifiuti, con video che mostrano tecniche di upcycling, compostaggio e riduzione del consumo di plastica.

Spesso vengono utilizzati l’umorismo e l’ironia, per parlare di ambiente e clima, stili in cui i ragazzi si riconoscono e che trovano più ingaggianti e utili a condividere esperienze e suggerimenti per ridurre i rifiuti.

La Gen Z accoglie e promuove soluzioni tecnologiche per uno stile di vita sostenibile, utilizzando app e piattaforme digitali per semplificare il riciclo. La tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale, può migliorare i processi di riciclo, e la Gen Z è pronta a sfruttare appieno queste potenzialità.

In conclusione, la Generazione Z si distingue per il suo impegno tangibile nella gestione dei rifiuti e nel riciclo. La combinazione di sensibilizzazione precoce, attivismo digitale, adozione dell’economia circolare, innovazioni tecnologiche e partecipazione attiva promette un futuro in cui la sostenibilità ambientale sarà al centro delle decisioni quotidiane. Questa generazione sta plasmando un mondo in cui la gestione dei rifiuti non è solo una necessità, ma una priorità fondamentale.