In materia di plastica la Comunità Europea funge da cabina di regia per procedere verso un’economia circolare sempre più efficace e integrata nelle realtà dei vari Stati che la compongono.
Proprio perché è un argomento importante e soprattutto un obiettivo comune, non sono i Paesi che autonomamente definiscono le proprie politiche in termini di riciclo e impatto ambientale, ma è l’Europa che fornisce le linee guida da seguire e detta alcuni target specifici da raggiungere in un determinato lasso di tempo.
Sono processi a medio e lungo termine, che hanno bisogno di continuità e che devono essere uguali per tutti gli Stati membri, per poter garantire il successo del piano e i benefici previsti in termini ambientali.
Abbiamo infatti più volte ricordato che la gestione della plastica dovrebbe valicare i confini nazionali, per il bene dell’ambiente e di noi tutti.
Vediamo insieme, nel concreto, quali sono le normative che riguardano le materie plastiche promulgate dalla Comunità Europea.
Partiamo dalle premesse espresse dall’Europa
La Comunità Europea è consapevole dell’importanza della plastica sotto molteplici punti di vista.
La plastica è un materiale che ha permesso avanzamenti e sviluppi decisivi in molti settori chiave, da quello medicale all’alimentare, dall’automotive all’elettronico, dal settore industriale a quello edile.
Inoltre è un comparto aziendale che genera un fatturato importante nelle economie di vari Paesi e che dà lavoro a un numero cospicuo di persone.
Considerando questi punti di forza, ai quali è difficile rinunciare, la Comunità Europea vuole però rendere più sostenibile la produzione, la gestione e lo smaltimento delle plastiche. Ha infatti identificato diverse aree di intervento per creare valore, rendere meno impattante la plastica e inserirla all’interno di un virtuoso processo di economica circolare.
In quest’ottica a marzo 2020 l’Europa ha adottato il Circular Economy Action Plan, un documento con diverse misure per procedere sempre più rapidi verso una necessaria transizione ecologica.
Le proposte riguardano tutte le tipologie di rifiuti, non solo la plastica, e comprendono azioni in diversi ambiti, dal potenziamento di prodotti sostenibili, a una maggiore sensibilizzazione dei consumatori verso tematiche green, a normative più precise per l’impiego di specifici materiali.
L’Europa, per cercare di porre un freno ai cambiamenti climatici vuole raggiungere la carbon neutrality, ovvero la produzione zero emissioni di CO2, entro il 2050.
Inoltre è impellente la necessità di ridurre drasticamente il bisogno di risorse prime e di passare a un’economia completamente circolare e sostenibile.
Naturalmente per fare ciò è necessario riconvertire il comparto industriale, di modo che sia capace di gestire una nuova impostazione produttiva, continuando a creare occupazione e valore.
Per accelerare ulteriormente questo processo, la Comunità Europea ha proposto nuove regole a novembre 2022 che riguardano proprio la gestione degli imballaggi e dei loro rifiuti.
Le parole chiave dell’Europa sono riutilizzo e riciclo della plastica, con un occhio attento alla progettazione alla produzione degli imballaggi che deve rispondere a determinate caratteristiche di sostenibilità.
L’Europa desidera diminuire la quantità di rifiuti da imballaggio, riducendo gli imballaggi inutili e promuovendo invece imballaggi riutilizzabili. Inoltre vuole che entro il 2030 tutti gli imballaggi sul mercato siano riciclabili.
Desidera in secondo luogo creare valore attorno alla materia riciclata e abbattere l’utilizzo di nuove risorse, aumentando l’uso della plastica riciclata negli imballaggi.
Gli obiettivi proposti sono i seguenti.
- Ogni Stato dell’Unione Europea deve ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite per del 15% rispetto al 2018 entro il 2040.
- Le aziende dovranno pensare una determinata percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili.
- Saranno vietate alcune forme di imballaggio superflue e inutili.
- Gli imballaggi dovranno essere progettati secondo criteri utili per un corretto e facile riciclaggio.
- Gli imballaggi di plastica dovranno essere prodotti in parte con materia riciclata.
Tutte queste misure mirano ad adeguare le imprese e la società a un futuro che ha bisogno di sempre maggiore sostenibilità e attenzione all’ambiente.
È confortante pensare che in questo panorama l’Italia sta progredendo di pari passo con gli obiettivi europei, mostrandosi il primo Stato dell’Unione per riciclo e sul podio per l’utilizzo di materia riciclata. Questi indicatori, assieme ad altri, ci posizionano in testa nella classifica europea per l’economia circolare. Un traguardo di cui andare fieri.
FONTI DATI
-
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_22_7155?fbclid=IwAR17DTjpv2Z22Wf8tQ73xYvoQ7yjuvXVeT8kZhrYDEri9eMkrz4XJrS-eAA
-
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20210128STO96607/economia-circolare-in-che-modo-l-ue-intende-realizzarla-entro-il-2050#:~:text=Il%20piano%20d’azione%20dell’UE%20per%20l’economia%20circolare,-In%20linea%20con&text=Queste%20comprendono%20una%20proposta%20per,base%20biologica%2C%20biodegradabili%20e%20compostabili.