Le materie plastiche sono cambiate molto in questi ultimi anni, e così è mutata la consapevolezza di aziende produttrici e dei consumatori, sul loro impatto ambientale.
Questo ha innescato dei nuovi processi che ci vedono tutti coinvolti in ottica di riduzione, riutilizzo e riciclo della plastica.
La plastica rimane un materiale chiave per molti ambiti, dove alternative non sarebbero altrettanto funzionali sotto diversi aspetti.
Abbiamo imparato che se viene impiegata in modo responsabile e se viene riciclata il più spesso possibile dopo l’uso, è un materiale sostenibile per il nostro pianeta.
Nonostante ciò, vediamo circolare ancora molti pregiudizi o mezze verità sulla plastica, che vorremmo analizzare insieme.
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1) La plastica costituisce la parte più grande dei rifiuti da imballaggio.
La realtà è che: gli imballaggi di plastica costituiscono solo una piccola parte dei rifiuti da imballaggio.
› In tutta Europa, gli imballaggi di plastica sono responsabili solo del 19% circa di tutti i nostri rifiuti da imballaggio.
› Carta e cartone contribuiscono in misura decisamente superiore rispetto alle materie plastiche alla quantità totale di rifiuti da imballaggio, aumentata solo leggermente dal 2007.
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2) Vetro, carta e metallo sono più ecologici della plastica.
La realtà è che: Il PET è un materiale da imballaggio sostenibile.
› Se si confrontano i bilanci ecologici di diversi materiali da imballaggio, la plastica risulta spesso migliore di vetro o metallo.
› Nella produzione delle bottiglie per bevande di PET (alla luce del minor fabbisogno energetico), viene emessa una minore quantità di CO2 rispetto a quanto avviene nella produzione delle bottiglie di vetro.
› La plastica è molto leggera e, rispetto ad altri materiali da imballaggio, causa l’emissione di una minore quantità di CO2 durante il trasporto.
› Un grande vantaggio del PET è che è riciclabile molto bene e con un basso consumo di risorse. Nel bilancio ecologico, le bottiglie con un’alta quota di materiale riciclato sono decisamente in vantaggio.
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3) L’industria non fa nulla per ridurre il consumo di plastica.
La realtà è che: Grazie alle ottimizzazioni, nell’Europa Occidentale si risparmiano ogni anno quasi 6,2 milioni di tonnellate di plastica.
› Dal 1991, gli imballaggi di plastica sono diventati mediamente più leggeri del 25% ad esempio grazie alle caratteristiche migliorate dei materiali, ai progressi nella tecnica produttiva e al design. Nella sola Europa occidentale, questo produce un risparmio di quasi 6,2 milioni di tonnellate di plastica all’anno.
› Nonostante la riduzione di peso, tutti gli imballaggi di plastica soddisfano senza eccezioni tutti i requisiti funzionali, ad esempio in fatto di igiene o di sicurezza del trasporto.
Attualmente, questo non è possibile con nessun altro materiale di imballaggio.
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4) Gli imballaggi di plastica ci impediscono di raggiungere gli obiettivi relativi alla co2.
La realtà è che: Gli imballaggi in plastica sono responsabili solo di una piccola parte dell’impronta di co2 di una persona.
› Nell’UE, ogni persona è responsabile di circa 8,4 tonnellate di CO2. Rispetto al traffico, all’energia e all’alimentazione, gli imballaggi sono responsabili solo di una quota minima – pari allo 0,6%!
› Un volo di andata e ritorno da Vienna a Maiorca causa il rilascio di una quantità di CO2 pari a quella rilasciata dall’uso degli imballaggi di plastica per 11 anni circa!
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5) Il consumo di petrolio per gli imballaggi di plastica è elevatissimo.
La realtà è che: Solo l’1,5% del petrolio estratto nel mondo è utilizzato per la produzione di imballaggi di plastica.
› La produzione di materie plastiche consuma molte meno risorse fossili di quanto si creda.
› Inoltre, le materie plastiche usate – contrariamente ai combustibili «consumati» – possono essere rilavorate più volte, consentendo di risparmiare le risorse.
› Con le materie plastiche a base biologica, prodotte a partire da materie prime rinnovabili, esistono inoltre delle alternative adatte alle sfide future.
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6) Gli imballaggi di plastica europei inquinano i mari.
La realtà è che: L’inquinamento degli oceani è un problema strutturale, non un problema legato alle materie plastiche.
› La plastica smaltita correttamente in Paesi con sistemi di smaltimento efficienti non finisce nel mare. L’80% dei rifiuti presenti nei mari del mondo proviene dalla terraferma, soprattutto da Paesi in via di sviluppo che non dispongono di un sistema di raccolta dei rifiuti capillare.
› Per questo motivo, ALPLA è impegnata attivamente in questi Paesi per:
- lo sviluppo della consapevolezza che la plastica non è un rifiuto, bensì una preziosa materia prima
- il supporto di iniziative contro l’inquinamento dei mari
- la creazione di infrastrutture per la raccolta, la differenziazione e il riciclaggio delle materie plastiche
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7) Gli imballaggi di plastica finiscono comunque in discarica.
La realtà è che: Sempre meno plastica finisce in discarica.
› In tutta Europa sono raccolti sempre più imballaggi di plastica usati.
› Solo una piccola parte di essi finisce in discarica – e la tendenza è in costante calo. Allo stesso tempo, aumentano le quote di rifiuti di plastica riciclati e termo-valorizzati.
› Con la termovalorizzazione viene sfruttata l’energia contenuta nella materie plastiche. Per le materie plastiche non più riciclabili, la termovalorizzazione deve essere preferita al conferimento in discarica.
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8) Gli imballaggi di plastica sono la causa della microplastica.
La realtà è che: La fonte principale è rappresentata dai tessuti sintetici e dall’attrito degli pneumatici automobilistici.
Fonti della microplastica primaria (Fonte: IUCN 2017):
› Gli imballaggi di plastica non contribuiscono all’apporto di microplastica primaria nei mari.
› La quota di microplastica secondaria è inversamente proporzionale alla quota di imballaggi di plastica smaltiti e riciclati correttamente. Ciò che viene reintrodotto nel ciclo dei materiali non può giungere nella natura e decomporsi formando la microplastica.
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9) Gli imballaggi di plastica sono pericolosi per la salute.
La realtà è che: Gli imballaggi di plastica possono addirittura proteggere la salute.
› La plastica può essere addirittura benefica per la salute: l’acqua sporca, ad esempio, può essere disinfettata con i raggi UV se imbottigliata nelle bottiglie di PET trasparenti. Questa semplice soluzione può aiutare le persone nelle regioni in cui non è garantito l’accesso all’acqua potabile pulita.
› I plastificanti, come ad esempio il bisfenolo A (BPA), sono stati identificati come nocivi. Tali sostanze non sono utilizzate né nelle bottiglie per bevande di PET né nei tappi o negli imballaggi di plastica dei prodotti per il corpo o per la casa.
› L’acetaldeide è contenuto in quantità molto ridotte nelle bottiglie di PET. Questa sostanza naturale si trova anche negli alimenti ed è generata quale prodotto intermedio del metabolismo umano.
Fonti: Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio: Domande e risposte selezionate sulle bottiglie di PET, 2015; AGPU 201, IK 2017, UBA 2013
Naturalmente la plastica, perché sia più sostenibile, non deve essere smaltita nell’ambiente, e deve essere inserita all’interno di un processo circolare di riciclo.
Così facendo la plastica diventa una risorsa, dalle numerose vite. E permette a noi di continuare a beneficiare delle sue funzionalità e caratteristiche, applicate ai più vasti settori, difficilmente sostituibili con altri materiali.