La plastica è arrivata sul mercato ed è entrata a far parte dei nostri consumi a metà del secolo scorso.
Oggi, come abbiamo più volte ricordato, utilizziamo questo materiale ogni giorno, e lo troviamo impiegato negli oggetti di uso comune, così come nei sofisticatissimi componenti che fanno funzionare le nostre macchine o i nostri device elettronici.
Possiamo dire che la plastica ha rivoluzionato le nostre vite, facendo nascere nuove consuetudini e permettendo la realizzazione di invenzioni importanti in molti settori.
Sicuramente ci ha lasciato anche un dovere notevole: quello di imparare a gestirla in un modo più consapevole rispetto al passato, riciclandola e riducendone l’utilizzo superfluo.
La plastica è infatti un materiale che si modella facilmente, e che, dopo il suo utilizzo, può trasformarsi di nuovo in materia prima riciclata.
Tutti questi aspetti non potevano far altro che stimolare anche il pensiero artistico contemporaneo.
Diversi sono infatti gli artisti che hanno messo la plastica al centro della loro arte. Non solo come materiale apprezzato per le sue caratteristiche tecniche, ma anche come oggetto simbolo della trasformazione, del divenire, del reimpiego e del riciclo.
Il collettivo più famoso è probabilmente Cracking Art, che dal 1993 ha iniziato a esporre in tutto il mondo le sue enormi sculture a forma di animale realizzate in plastica riciclata.
Credits: Cracking Art
L’animale iconico della Cracking Art è la chioccola gigante, allo stesso tempo simbolo dell’immediata comunicazione digitale, ma anche della lentezza.
In queste opere artistiche la plastica riciclata è utilizzata come materia prima, plasmata nuovamente per dare forma a qualcosa di diverso.
Altri artisti invece hanno deciso di lavorare con i rifiuti plastici senza trasformarli: quindi bottiglie, tappi, cannucce, assemblati per creare opere dal significato nuovo.
L’artista Veronika Richterovà, per esempio, impiega quasi esclusivamente le bottiglie di plastica e definisce la sua espressione artistica come “pet-art”.
Non solo, l’artista Richterovà ha visto negli anni evolvere le bottiglie di plastica da lei utilizzate, e ha deciso di raccontare questo cambiamento e tenere traccia delle confezioni che altrimenti sarebbero scomparse, dando vita a un vero e proprio Museo di bottiglie in plastica PET.
Ad oggi questo museo raccoglie più di 3000 bottiglie, provenienti da 76 paesi diversi.
Anche l’artista britannica Jane Perkins è una nota esponente dell’arte del riciclo, si autodefinisce “re-maker”, perché dà una vita nuova e diversa a oggetti di scarto, creando bellissime interpretazioni di immagini, quadri e scatti fotografici iconici e noti a tutti noi.
Jane Perkins ci permette di guardare con occhi nuovi, non solo i rifiuti usati, ma la stessa opera originale presa a modello.
Un altro esempio è dato dall’artista Alejandro Duran, che si concentra sulla plastica nel suo progetto Washed Up: Transforming a Trashed Landscape.
Duran lavora sulla costa del Messico, dove raccoglie grandi quantità di rifiuti dai quali realizza installazioni cromatiche di forte impatto, direttamente sul luogo di raccolta.
Le sue sono opere ambientali, che desiderano sensibilizzare sul tema della spazzatura abbandonata indiscriminatamente sul nostro suolo.
Non possiamo non ricordare anche una nota esponente italiana: Annarita Serra.
Annarita Serra lavora principalmente con i rifiuti in plastica, per la maggior parte raccolti sulle spiagge, che utilizza come fossero pennellate. Le sue opere sono la rielaborazione di personaggi famosi e immagini note, e la resa estetica è così accurata, che solo avvicinandosi si scopre il materiale di cui è fatta l’opera.
Naturalmente non abbiamo citato tutti gli artisti che utilizzano la plastica, che sappiamo essere tanti, ma speriamo di avervi dato una panoramica sui più noti e sulle principali tecniche di utilizzo di questo materiale.
E voi avete mai pensato di farvi stimolare creativamente dalla plastica?